Analisi. Sinner, Bagnaia & co: speranze azzurre contro fardelli d'Italia
Una domenica bestiale: 26 novembre 2023. A futura memoria, segniamocela tutti questa data sul nostro calendario.
E’ stata la domenica che ha incoronato “Pecco” Bagnaia re della MotoGp per la seconda volta di fila, roba da Valentino Rossi: siamo a un passo dalla leggenda. E poi la conquista della Coppa Davis che torna in Italia dopo 47 anni: un successo storico. La storia la riscrive Jannik Sinner che gioca un tennis da n.1 del mondo. Ma in entrambi i casi è una vittoria di squadra, perché il successo di Bagnaia porta con sè la fatica, l’unto e il sudore d’officina, quello dell’azienda modello di Borgo Panigale, la Ducati.
E il trionfo di Sinner è quello dell’Italtennis di capitan Volandri che può contare su talenti della racchetta come Arnaldi, Sonego, Bolelli e in panchina si può permettere di tenere un campione come Berrettini che, vedrete, prima tornerà anche lui ai vertici. Perché questo nostro sport è quasi tutto di vertice e le speranze azzurre servono ad alleggerire il peso dei fardelli d’Italia, di quell’Italia che non va. L’Italia che va invece ha il miglior pilota di motociclismo e il miglior astro del tennis di oggi e di domani.
Pecco e Sinner fenomeni in pista e in campo, ma anche campioni d’umiltà, che ai loro coetanei mandano un messaggio chiaro e forte: i risultati arrivano grazie al talento certo, ma anche per la grande passione che hanno per la propria disciplina e lo spirito di sacrificio che ci mettono e che li aiuta a superare anche i momenti più difficili. “Siamo una squadra fortissimi” direbbe Checco Zalone, e lo dimostra il titolo mondiale vinto nel 2022 dalla Nazionale di volley maschile e quello europeo conquistato dall’Italia di pallavolo femminile nel 2023.
Qualcuno forse ancora amareggiato dalla doppia assenza ai Mondiali e dalla fuga a sorpresa dell’ex ct Roberto Mancini si è dimenticato che anche nel calcio siamo i campioni d’Europa in carica e nel 2024 gli azzurri di Luciano Spalletti proveranno a difendere il titolo agli Europei di Germania. Che l’Italia corre più veloce e salta più in alto di tutti l’abbiamo scoperto alle Olimpiadi di Tokyo con Marcel Jacobs e Gianmarco Tamberi: il primo promette di provare a rivincere l’oro dei 100, il secondo ai Giochi di Parigi 2024 ci arriva da campione del mondo del salto in alto. Sono iridate anche le tre sorelle d’Italia dello sci, Brignone, Goggia e Bassino. Nel nuoto il vecchio Gregorio Paltrinieri, 29 anni, è pronto per stupire ancora in vasca e in mare aperto e lo stesso vale per la farfalla d’acqua dolce Thomas Ceccon che è uno dei tanti campioni del mondo che possiamo sfoggiare in quasi tutte le squadre olimpiche. Perché lo rimarchiamo, almeno nello sport questo è un Paese che sa fare squadra e che si migliora continuamente. Perciò queste ennesime prove di forza devono arrivare a quella classe dirigente sempre pronta a salire di corsa sul carro del vincitore, ma con la stessa velocità poi si dimentica che ci sono ancora intere regioni in cui mancano palestre, piscine, piste d’atletica, campi da rugby (da qui certi risultati che non arrivano)… Così, quel benedetto Diritto allo Sport, difeso, sancito e riscritto anche nella Costituzione (Art.33) rischia di diventare uno dei nostri tanti punti di forza sulla carta, mentre da questa domenica 26 novembre 2023 abbiamo avuto la riprova concreta che l’Italia ha mezzi e talenti a disposizione per dettare legge, in tutti i campi sportivi del mondo.