Denatalità. Si torni a sperare con i bimbi grazie all’educazione precoce
La diminuzione delle nascite è continua e, paradossalmente, si verifica in tutti i Paesi più progrediti, dove risorse economiche e organizzative, asili, scuole, ospedali, sono statisticamente più disponibili. L’adulto, anche e soprattutto in presenza di risorse economiche ha maturato una sorta di egoismo che lo induce a sviluppare se stesso piuttosto che la sua famiglia, dovrei dire la sua specie. I bambini non sono considerati sorgente di gioia e spesso anche le donne riescono a superare il richiamo biologico ad avere figli. Si preferisce la carriera o si ha paura del rischio che il figlio diventi ingombro, ostacolo per incontri e viaggi. In generale, i bambini nelle società più avanzate non sono oggetto di quella valutazione obbiettiva e, a parer mio, necessaria, che concerne il loro potenziale cerebrale e conoscitivo, cioè l’eccezionale capacità che i bambini hanno ad apprendere.
Queste potenzialità cerebrali del bambino sono scientificamente note. Nei lobi frontali sedi privilegiate delle facoltà intellettive superiori, il numero delle sinapsi, che sono gli elementi più importanti del funzionamento del sistema nervoso, raggiunge il massimo valore che si aggira a circa un milione di miliardi intorno ai 3 anni, seguito da un plateau che rimane pressoché costante fino a 28-30 anni, quando comincia una lenta decrescita che diventa sempre più rapida con l’avanzare degli anni. Inoltre il cervello del bambino gode di una proprietà quasi miracolosa, la plasticità, cioè la capacità di cambiare funzione e struttura in risposta all’esperienza. La plasticità è massima nei primi anni di vita ma è già ridotta nell’adolescenza.
Si potrebbe dire che la crescita e decrescita del numero delle sinapsi, insieme con la parabola ben più breve della plasticità, descrivono la parabola della potenzialità mentale dell’uomo. Le potenzialità cerebrali del bambino sono palesi se solo si osservano i suoi rapidi progressi nell’apprendimento delle lingue, nella complessità dei giochi e in tutte le reazioni all’ambiente biologicamente rilevanti per la sua vita. In tempi passati, le famiglie benestanti si levavano 'il fastidio' dei bambini mandandoli a balia, mentre nelle famiglie più povere la mortalità infantile era assai alta per malattie intestinali, diete insufficienti, avitaminosi, incuria, ambienti malsani. Nel mondo moderno, prendendo ad esempio il nostro Paese, i bambini sono in genere, ma non sempre, coccolati ed amati, soddisfatti in ogni esigenza che spesso è più del mercato che del bambino stesso, tuttavia non si considera mai adeguatamente il loro potenziale cerebrale che è di gran lunga superiore a quello dei genitori.
L’adulto considera il bambino un soggetto incompiuto, lo cura, quando lo fa, solo nel suo sviluppo fisico. Io sono dell’opinione, basata su sicure conoscenze scientifiche, che la scuola andrebbe cominciata molto precocemente, nel periodo dell’asilo, quando il cervello è più recettivo. In Italia, a Reggio Emilia, la scuola per i piccoli è di riferimento in tutto il mondo e il giorno 13 novembre 2019 ha festeggiato per le strade della città con disegni e bandiere disegnate dai bambini. Maria Montessori (1870-1952), nel suo libro 'La scoperta del bambino', rivoluzionò l’educazione dei piccoli allora molto più rigida e del tutto nozionistica e nel 1907 aprì a Roma la 'casa del bambino'. Montessori mise in evidenza che il bambino da 0 a 6 anni ha un importante sviluppo mentale che richiede una cura pedagogica speciale. E chiamò il periodo da 0 a 6 anni quello della «mente assorbente » con un’intuizione che solo dopo molti anni sarà suffragata, come sopra ho riportato, dalle scoperte scientifiche delle neuroscienze.
Il professor Miraglia, direttore del 'Vivarium Novum', e io abbiamo intenzione, perciò, di far partire un esperimento di educazione 'precoce', anche con la collaborazione dell’Accademia dei Lincei. In una società inquieta, e che ha prodotto differenze sociali ciniche e ingiuste, mi sembrerebbe opportuno investire risorse per una scuola dedicata ai cervelli funzionalmente più ricchi di potenzialità con la speranza di un risveglio del tessuto morale e culturale della società. Anche Gesù forse volle indicare questa strada quando disse ai suoi apostoli: ' Sinite parvulos venire ad me' (Marco, 10-14).
Neurobiologo, presidente emerito dell’Accademia dei Lincei