Opinioni

La donna «condizione della storia». Sguardo e impegno per famiglia e vita

Carlo Casini sabato 30 marzo 2019

Caro direttore,

non si può difendere la famiglia senza difendere interamente la vita. Non si può difendere la vita senza difendere la famiglia. Questa evidenza è confermata dall’esperienza dei Centri di aiuto alla Vita: un concepimento casuale conduce facilmente all’aborto; un concepimento in famiglia spesso determina una pace che fa superare le difficoltà eventuali.

Quando Dio creò la donna disse: «Non è bene che l’uomo sia solo», ma certamente non pensava alla solitudine di una coppia, tanto è vero che diede loro una differente capacità generativa e creò così insieme alla donna, la famiglia, la società, la storia: una molteplicità quasi infinita si sentimenti, di aspirazioni, di voci. Storicamente, e principalmente, i movimenti femministi considerano l’uguaglianza come criterio di progresso femminile, mentre io sono tra quanti considerano che la donna è stata posta su un gradino più alto di quello dove si trova l’uomo, perché la donna è la condizione della storia. Inoltre, Dio poteva scegliere tanti altri modi per far comparire nel mondo l’essere umano, invece ha scelto un abbraccio intimo di nove mesi tra la donna e il suo piccolino e ha impresso così il sigillo dell’amore sull’inizio della vita. La donna è portatrice di questo valore in tutta la storia umana. L’uccisione dei più piccoli, poveri e innocenti nel seno materno, e ancora di più la proclamazione di un “diritto di aborto”, contestano il disegno di Dio e le grandi speranze dell’umanità ben espresse e consacrate nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che pone a fondamento di queste stesse speranze il riconoscimento della dignità di ogni essere umano. La grande maggioranza delle donne è madre e, comunque, guarda la maternità come una realizzazione personale. Occorre dunque un nuovo femminismo che dia l’avvio a un nuovo umanesimo, proclamando che ogni figlio concepito è “uno di noi”.

Il convegno internazionale che si sta svolgendo a Verona sarà utile se a tutti, politici e no, indicherà prospettive e azioni concrete comunicando il coraggio, l’entusiasmo e la forza tenace e positiva di impegnarsi per il diritto alla vita. In ogni caso, caro direttore, spero che questi miei pensieri abbiano prima o poi effetti nella società civile.

già magistrato, parlamentare ed europarlamentare

già presidente del Movimento per la Vita italiano