Chissà quante volte hanno rimpianto di non essere gente comune. Dovendo sfoderare pose e sorrisi di circostanza davanti ai fotografi e alle telecamere, allo sguardo spietato della stampa che vive di gossip e agli occhi avidi di indiscrezioni dei sudditi di sua maestà, che per anni ne hanno seguito la love story, Kate e William finalmente oggi sposi avranno avuto un desiderio di normalità? Quello di due giovani qualunque pronti sì a coronare il loro sogno, ad agghindarlo di abito bianco, bouquet e confetti ma liberi dalla corazza del cerimoniale che tutto ingessa, prevede e prescrive. Chissà se quel groviglio di indiscrezioni, supposizioni e suggestioni che ha rimpinzato la curiosità del mondo intero avrà almeno un poco disturbato e sconfortato, in cuor loro, i ragazzi. Ma tant’è, noblesse oblige. Ai riflettori. La brunetta che ha conquistato lo scapolo d’oro della monarchia britannica e lui, il ragazzone un po’ già stempiato che ha aspettato otto anni prima di chiederle la mano, reali lo sono: fasti e fastìdi non a caso hanno la stessa radice. Bisogna sfrondare non poco, nelle cifre da guinness di ogni particolare per andare al succo dell’evento. A cominciare, per raccontarlo dalla fine, dagli ottomila giornalisti da ogni Paese che lo racconteranno, dai due miliardi di spettatori che in tempo reale oggi avranno la possibilità di assistere al 'sì' tanto atteso – per semplice curiosità e per poter dire 'c’ero anch’io' – e alle migliaia di accampati che fin da mercoledì bivaccano con seggioline e tende da campeggio addobbate come alberi di Natale di ricordini reali. Una folla che sfidando il freddo notturno ha colonizzato i marciapiedi lungo il percorso del corteo nuziale per godersi lo spettacolo in prima fila.Bisogna sfrondare, per arrivare al cuore delle nozze, tra meticolose cronache di mesi dei tabloid che hanno setacciato movimenti e scelte della coppia, dalla dieta dimagrante all’abbronzatura, dal vestito della sposa all’anello di zaffiri passato direttamente dall’anulare di lady D a quello della futura principessa. Molto, troppo, abbiamo appreso sulla lista ufficiale di regali, che solo in un primo tempo doveva essere solidale, sui gadget di ogni genere, dal frigorifero a piatti, bicchieri, tazze, strofinacci e grembiuli da cucina che immortalano i visi sorridenti dei due, per la gioia di collezionisti e turisti. Non meno nutrite sono state le cronache dell’ultim’ora con il consuntivo degli invitati, perché come in ogni matrimonio del mondo, anche per quello principesco tra le tante teste coronate e blasonate ammesse ci sono illustri esclusi: se ne faranno una ragione. E come ogni matrimonio che si rispetti ultimi segreti, rimasti stretti, tra le mura della real casa rimangono le mise delle nobili invitate mentre tra i bookmakers inglesi tengono banco le scommesse sull’abbigliamento che Elisabetta II deciderà di indossare – il cappellino giallo incalzato da quelli blu, viola e rosa, vengono dati tra i più probabili – sulla lunghezza dello strascico dell’abito di Kate, e persino sulla nascita dell’erede che viene dato certo entro il 2012. Già, perché sfrondando sfrondando si arriva finalmente al succo, al matrimonio. Al sì che i due giovani pronunceranno oggi nell’Abbazia di Westminster, nel giorno dedicato a santa Caterina da Siena, come una promessa per la vita. Da domani come gente comune, i princìpi che saranno re e regina dovranno mettere in campo un sentire speciale se vorranno crescere semplicemente come una famiglia. Entrambi dovranno regalarsi ogni giorno comprensione e fiducia, coraggio e sopportazione, solidarietà, ascolto e gioia. Sarà anche una fatica, lo sapranno? Ma almeno questa dovranno farla.