La sfida di «salire a compromessi»
Nunzio Sfregola, Cerignola (Fg)
Le dirò subito, caro signor Sfregola, una cosa che magari la farà sobbalzare o magari no. Per me l’arte del compromesso è una cosa seria, serissima. E la disponibilità a compromettersi è una capacità preziosa. Che può diventare un’autentica virtù civile. A patto che venga esercitata seguendo la bussola di valori alti e non di bassi interessi, cercando il bene comune e non un tornaconto personale. Insomma: costruire un compromesso è un cammino in salita non in discesa, che comporta una vera accettazione della fatica dello stare insieme, dell’impegno a dar senso alla vocazione sociale della persona. È una sfida che richiede una duplice resistenza: resistenza alle tentazioni fondamentaliste e resistenza alle sirene relativiste. Perché è vero che il meglio è nemico del bene, ma è persino più vero che il male non può e non deve essere spacciato per bene. Questa premessa è già una risposta alla sua domanda. Ma vorrei essere ancora più diretto. Nella sostanza ha infatti ragione lei, gentile lettore: la retorica dell’anti-consociativismo ha prodotto gravi danni, finendo purtroppo, nei fatti, per disperdere tanta parte dell’eredità dei padri costituenti della Repubblica. Soprattutto è accaduto che una grande storia di comprensione e di rispetto reciproci tra (fieri) avversari sia stata ridotta alla caricatura di sé, a puro motore di vicende di malagestione e di corruzione. Risultato: i casi di malagestione e di corruzione non sono affatto terminati (e le cronache, negli ultimi tempi, ce ne hanno datto triste e ampia e prova), mentre sembra che ormai si sia persa anche la memoria della disponibilità a «fare insieme», quando questo è necessario e possibile, nell’interesse superiore del Paese. Io continuo a credere che bisogna puntare, invece, al risultato opposto: osteggiare con forza e continuità la malapolitica e la cattiva amministrazione pubblica e tornare a saper condividere scelte strategiche per il futuro del Paese e per l’equilibrio delle sue Istituzioni fondamentali. Credo, perciò, che serva un bel salto di qualità in una politica da troppo tempo consegnata alle logiche della quantità (che aiuta a stare al potere, ma non a governare davvero). Anche per questo, mi pare, viene auspicato un rinnovato impegno dei cattolici sulla scena pubblica... Occorrono motivazioni alte e idee chiare, per «salire a compromessi».