Serve una nuova pedagogia del bene per fermare il declino morale
Gentile direttore,
e così è capitato ancora, anche nella mia Brescia. Ormai atti vandalici e di antisemitismo ci sono quasi ogni giorno e molti nemmeno vengono resi pubblici. Lo Stato non deve sottovalutare questi fatti, dopo sarà più difficile debellarli. Mi chiedo cosa stia succedendo alla mia provincia, alla gente della mia città, all’Italia e agli italiani. Sono rammaricato per tanta barbarie, bisogna non sottovalutare questi rigurgiti fascisti... Credo ci sia in atto una sorta di follia collettiva, un po’ data da profonda ignoranza e un po’ dallo sdoganamento di intolleranza e violenze verbali incentivati dall’esempio di personaggi pubblici. Bisogna essere all’altezza della sfida, con forza e chiarezza, anche se purtroppo noi italiani non abbiamo fatto sempre bene i conti col nostro passato. Per un po’ di tempo certa gente è stata messa all’angolo e si è guardata bene dall’esprimere le proprie idee infami; non che avessero smesso di rimuginarle, ma si vergognavano, adesso con la scusa della post-ideologia si è sdoganata ogni schifezza possibile e se a questo aggiungiamo l’analfabetismo di ritorno... Solo la cultura, la scuola, una nuova pedagogia della pace e del rispetto possono salvare un Paese altrimenti in declino anche morale.
Sono d’accordo con lei: per fermare i peggiori fantasmi dell’antisemitismo e della xenofobia ci servono buona scuola e più cultura diffusa. Ci serve una nuova pedagogia del bene, che può e deve accendere uno sguardo davvero umano e cristiano sul nostro tempo, sulla storia, sulle persone e trova forza e profondità grazie a esso. Che certi cultori di ideologie feroci e razziste evochino e pretendano di “usare” persino la fede cristiana e il suo ruolo nella vicenda italiana ed europea è una provocazione gravissima per ogni coscienza ben formata e per i credenti suona come un’autentica bestemmia.