L'intervento. Natalità, nella manovra segnali di attenzione. Non un piano famiglia
Dobbiamo dare atto che la legge di bilancio attualmente in discussione alla Camera contiene interventi e misure destinati alla famiglia. Misure che provano a dare un segnale rispetto l’inverno demografico in cui siamo piombati: fondo di sostegno alla natalità, premio alla nascita, incremento della sperimentazione del congedo di paternità e voucher asili nido rappresentano un primo messaggio di attenzione. E se per la prima volta un Ministro e un Presidente del Consiglio hanno parlato esplicitamente di Fattore Famiglia, dall’altra si tratta quasi esclusivamente di provvedimenti dedicati alla natalità e alla cura della prima infanzia.
Fa riflettere il fatto che il dibattito parlamentare, con tutti gli emendamenti in discussione proprio in queste ore in commissione Bilancio della Camera, si muove nell’ottica di allargare le proposte del governo rimanendo però nello stesso alveo: denatalità, congedi parentali e asili nido. Nulla o quasi che riguardi il trattamento fiscale della famiglia, il peso dei carichi familiari, le situazioni di disagio quali vedovanza, disabilità o monogenitorialità.
Ci sono – è vero – anche parecchi emendamenti che chiedono di spostare risorse da altre finalità a favore della famiglia, come dire che, sia pur rimanendo nella logica dell’intervento circoscritto, si riconosce almeno il ruolo cruciale del nucleo familiare nel fondamento e nella crescita della struttura sociale. Però, nel complesso, i parlamentari sembrano voler fare quel salto di qualità, quel cambio di prospettiva tanto invocato: dall’assistenzialismo alla valorizzazione, dal problema al riconoscimento della famiglia come risorsa. Ad esempio, si sarebbe potuto iniziare a modulare le risorse già previste dal Governo per queste finalità tenendo conto dei carichi familiari. L’auspicio è quello di arrivare il prima possibile al Fattore Famiglia, come promesso dal ministro Costa e dal presidente Renzi che ha parlato esplicitamente di riforma dell’Irpef. Le misure di quest’anno, infatti, hanno un senso solo se viste nell’ottica di una riforma fiscale strutturale che metta al centro la famiglia. Al momento sono un segnale di attenzione che non aumenterà la natalità, ma faciliterà almeno un po’ la vita di chi ha deciso di fare un figlio, nonostante tutto.
Le famiglie chiedono il coraggio di scelte di lungo periodo e dal respiro ampio, impegni che sanno di futuro e non interventi che il prossimo anno li hai già dimenticati.
*Presidente del Forum delle associazioni familiari