Volevano andare oltre il loro amore lesbico. In sfregio alle leggi, e al normale buon senso, hanno preteso di "sposarsi", acquisendo in qualche Paese facile un pezzo di carta che in Italia non vale nulla. Sono poi tornate all’estero per pagarsi ciò che la legge nel nostro Paese, e la natura, non avrebbero consentito: la vita di un bambino. Non importava quale delle due dovesse partorirlo, era indifferente al punto che hanno scelto sulla base del corpo più giovane. Mancava solo l’ultimo "diritto", essere "mamme" entrambe grazie all’adozione. Ci sono riuscite. «Non è un precedente valido per tutti», ci rassicura il magistrato, ma il danno è fatto ed è enorme. Che succederà quando due uomini si presenteranno con un figlio comprato all’estero, strappato alla donna che lo ha partorito e al suo utero pagato e calpestato? Perché a loro si dovrebbe dire di no?