Il camionista fuggito. Se vuole ricominciare la vita, l'investitore si costituisca
In questi giorni la cronaca ci sbatte davanti agli occhi un caso perfetto, forse il più perfetto, il più completo, di incidente stradale con morte dell’investito e fuga dell’investitore, e difficoltà o impossibilità di prenderlo e arrestarlo, cioè di fare giustizia. Perché è tedesco, e in Germania il reato di omicidio stradale non esiste. Fino a questo momento, ma siamo solo all’inizio, scappare dopo l’inci-dente paga. Si sta pensando di emettere un mandato europeo, ma vedremo. Se non fosse scappato, l’investitore sarebbe in prigione. Invece è libero, a casa sua. L’incidente stradale ha un grande rilievo qui da me, perché è avvenuto proprio qui, nel vicentino: un ciclista, famoso e importante, un ex-campione, Davide Rebellin, è stato travolto e ucciso da un camion, e il camionista è sceso e ha visto da vicino la vittima stesa sull’asfalto, ma invece di portarle aiuto o chiamare soccorso ha preferito rimettersi al volante e scappare. È rientrato in Germania, e il suo desiderio era chiudere lì la faccenda. Ma oggi non è più possibile. Ormai ci sono occhi dappertutto. Telecamere in ogni dove. L’hanno filmato mentre faceva l’incidente, mentre scendeva dal camion, mentre osservava la vittima, mentre risaliva e scappava. Non solo le telecamere fisse, ma anche cittadini che passavano di lì. Il primo istinto di chi fa un incidente è scappare, colui che si ferma e presta aiuto e chiama la polizia e si autodenuncia deve combattere contro questo istinto e soffocarlo. In questo sta il suo merito.
Cos’è la fuga? È un modo per negare la realtà, tornare al mondo di prima, quando non c’era il morto. È un modo per convivere con la colpa ignorandola. Si può? Questo investitore tedesco dimostrerebbe di sì: ha un piccolo curriculum di incidenti con omissione di soccorso, se conviveva con quei ricordi potrebbe convivere anche con questo. Ma “ricordo” è una parola sbagliata. Io credo che non viva ricordando ma dimenticando. E quindi dovrei dire: se viveva dimenticando quegli incidenti, potrebbe vivere dimenticando anche questo. La mia domanda resta: ma è possibile? Davvero uno può fare un incidente grave o gravissimo, e continuare come se niente fosse? Non sarà che un’ombra, un’eco, un’immagine di una colpa si nasconde da qualche parte, e da quel buio continua a turbare o disturbare i comportamenti? Per parlare più chiaro: non può essere che il ricordo, mai del tutto azzerato, dei passati incidenti senza soccorso abbia influito, tanto o poco o pochissimo, nel nuovo incidente senza soccorso? Sto usando una psicologia rozza, da non-psicologo quale sono, ma penso che per uscire veramente dalla catena d’incidenti senza soccorso bisognava scontarli, secondo giustizia. E così questo nuovo incidente: il modo per uscirne è scontarlo. Se vuole ricominciare la vita, questo investitore fuggito faccia una cosa: si presenti alla Giustizia che lo cerca, anche se la Giustizia non ha il potere di prenderlo nella sua patria. Se si fosse presentato con l’incidente precedente, non avrebbe fatto questo.