Opinioni

Il camionista fuggito. Se vuole ricominciare la vita, l'investitore si costituisca

Ferdinando Camon domenica 4 dicembre 2022

In questi giorni la cronaca ci sbatte davanti agli occhi un caso perfetto, forse il più perfetto, il più completo, di incidente stradale con morte dell’investito e fuga dell’investitore, e difficoltà o impossibilità di prenderlo e arrestarlo, cioè di fare giustizia. Perché è tedesco, e in Germania il reato di omicidio stradale non esiste. Fino a questo momento, ma siamo solo all’inizio, scappare dopo l’inci-dente paga. Si sta pensando di emettere un mandato europeo, ma vedremo. Se non fosse scappato, l’investitore sarebbe in prigione. Invece è libero, a casa sua. L’incidente stradale ha un grande rilievo qui da me, perché è avvenuto proprio qui, nel vicentino: un ciclista, famoso e importante, un ex-campione, Davide Rebellin, è stato travolto e ucciso da un camion, e il camionista è sceso e ha visto da vicino la vittima stesa sull’asfalto, ma invece di portarle aiuto o chiamare soccorso ha preferito rimettersi al volante e scappare. È rientrato in Germania, e il suo desiderio era chiudere lì la faccenda. Ma oggi non è più possibile. Ormai ci sono occhi dappertutto. Telecamere in ogni dove. L’hanno filmato mentre faceva l’incidente, mentre scendeva dal camion, mentre osservava la vittima, mentre risaliva e scappava. Non solo le telecamere fisse, ma anche cittadini che passavano di lì. Il primo istinto di chi fa un incidente è scappare, colui che si ferma e presta aiuto e chiama la polizia e si autodenuncia deve combattere contro questo istinto e soffocarlo. In questo sta il suo merito.

Cos’è la fuga? È un modo per negare la realtà, tornare al mondo di prima, quando non c’era il morto. È un modo per convivere con la colpa ignorandola. Si può? Questo investitore tedesco dimostrerebbe di sì: ha un piccolo curriculum di incidenti con omissione di soccorso, se conviveva con quei ricordi potrebbe convivere anche con questo. Ma “ricordo” è una parola sbagliata. Io credo che non viva ricordando ma dimenticando. E quindi dovrei dire: se viveva dimenticando quegli incidenti, potrebbe vivere dimenticando anche questo. La mia domanda resta: ma è possibile? Davvero uno può fare un incidente grave o gravissimo, e continuare come se niente fosse? Non sarà che un’ombra, un’eco, un’immagine di una colpa si nasconde da qualche parte, e da quel buio continua a turbare o disturbare i comportamenti? Per parlare più chiaro: non può essere che il ricordo, mai del tutto azzerato, dei passati incidenti senza soccorso abbia influito, tanto o poco o pochissimo, nel nuovo incidente senza soccorso? Sto usando una psicologia rozza, da non-psicologo quale sono, ma penso che per uscire veramente dalla catena d’incidenti senza soccorso bisognava scontarli, secondo giustizia. E così questo nuovo incidente: il modo per uscirne è scontarlo. Se vuole ricominciare la vita, questo investitore fuggito faccia una cosa: si presenti alla Giustizia che lo cerca, anche se la Giustizia non ha il potere di prenderlo nella sua patria. Se si fosse presentato con l’incidente precedente, non avrebbe fatto questo.