Opinioni

Il Cile campione d’America ma tutta l’attenzione su Messi. Se un perdente oscura i vincitori

Massimiliano Castellani martedì 7 luglio 2015
I luoghi comuni, si sa, sono i luoghi più affollati. Ma il calcio pare sia il luogo che più si nutre di luoghi comuni e di superficialissimi cliché. Perfino nell’unico evento internazionale di questa estate, la Coppa America, si fa il pieno di ovvie banalità, dimenticandosi quasi di celebrare i vincitori: il Cile. Sì, il Cile ha fatto la festa in casa e se l’è goduta fino in fondo (la finale di Santiago) vincendo la sua prima storica "Copa". Però per molti media, specie quelli sportivi, che vivono e prosperano sul luogo comune, la notizia è sempre e soltanto una: la clamorosa ed ennesima sconfitta dell’Argentina di Leo Messi. E giù puntuali con la telenovela della "maledizione di Messi". I social network – miliardi di editorialisti su Facebook a Twitter crescono – si scatenano e danno manforte ai media argentini che dopo il 6-1 sul Paraguay e gli assist magici del numero 10 della Seleccion lo avevano innalzato a genio superiore a "El Diego" Maradona. Ma all’indomani della finale persa (ai rigori) con il Cile, Messi torna ad essere una semplice "Pulce", per niente atomica, che fa la differenza solo quando gioca nel Barcellona. Con la Seleccion il fenomeno ad intermittenza – sempre per voce dei padroni del luogo comune – non incide, perché «poco argentino», perché «ha trascorso tutta l’adolescenza a Barcellona, e quella è la sua vera casa». Se l’Argentina avesse vinto la Coppa (la stessa che, per pura informazione, Maradona e Pelè non hanno mai conquistato in carriera), il luogo comune oggi sarebbe stato definitivamente raso al suolo. Higuain da rigorista fallibilissimo quanto il suo antenato "El Loco" Martin Palermo, sarebbe assurto a cecchino infallibile ed eterno vicerè (il re per il luogo comune rimarrà in eterno Maradona) di Napoli. Ma la storia del calcio è questa, e da sempre si consuma nell’arco di 90 minuti, più eventuali supplementari e al limite la lotteria dei rigori, che questa volta ha premiato il Cile di Vidal. Ora vogliamo dire che Vidal è superiore a Messi e che se Messi vale 100 milioni di euro, allora per Vidal ce ne vogliono 101? Fate pure, esperti del revisionismo settimanale. Continuate a scrivere che il Cile ha vinto nello stadio di Santiago, quello delle torture di Pinochet che l’Argentina avrebbe "vendicato" sul campo. Però, per completezza, ai distratti annalisti di sport è sfuggito che anche a Buenos Aires i carnefici di Videla in quegli stessi anni (Settanta) hanno torturato e fatto sparire migliaia di persone. Ma tutto questo con una partita di calcio, vinta o persa, che cosa c’entra? Mah... Chiedetelo ai demoni del luogo comune, quelli che a corto di argomenti ormai scambiano un pallone di cuoio per una mina anti-uomo.