Bonus, perché sì. Ci si sposa di meno: servono segni espliciti di sostegno dallo Stato
Perché i giovani si sposano sempre meno? Ogni coppia ha i suoi motivi: timore del futuro, mancanza di certezze lavorative, di un reddito decente, di una casa a costi accessibili, cautela affettiva (legarsi a una persona per la vita richiede una dose industriale di fiducia reciproca), voglia di affermarsi nella professione prima di assumere altri impegni, i costi della cerimonia e i relativi obblighi sociali, percepiti come orpelli rinunciabili, la pressione culturale riassumibile nel “chi te lo fa fare, convivere basta e avanza”... Per tacere del “dopo”: il fisco che non aiuta, politiche familiari incerte, tutto un coro che consiglia di lasciar perdere con il “giorno più bello della vita”.
Le nozze non sono fuori moda: è solo che sposarsi è diventato terribilmente complicato, un gesto da autentici impavidi. Se nella foresta delle obiezioni materiali e psicologiche qualcuno si adopera per eliminare un qualunque inciampo non è forse una buona notizia? Eppure è stata accolta da scetticismo, ironie e critiche frontali la proposta di legge annunciata domenica da cinque deputati leghisti per un “bonus matrimonio” da 20mila euro in cinque rate annuali che lo Stato potrebbe mettere a disposizione delle coppie che si sposano, con qualunque rito: la bislacca trovata di limitarlo alle sole nozze religiose è stata corretta dagli stessi proponenti nel giro di un’ora dall’annuncio.
L’incoraggiamento economico ad assumersi un impegno davanti alla società, con un assegno peraltro circoscritto per reddito, sarà pure poca cosa per chi deve affrontare ora e in futuro ostacoli che richiedono ben altra attrezzatura, e neppure può diventare un modo sbrigativo e rumoroso per sostituire risposte concrete su lavoro, casa, tasse e figli. Ma anche quel contributo per affrontare un passo che molti oggi chiaramente avvertono come troppo impegnativo è il segnale che lo Stato considera il matrimonio ancora come un valore sociale, una garanzia di stabilità, il contesto migliore per vivere e accogliere i figli che si desiderano. Lo dice con il linguaggio che deve usare chi gestisce la cosa pubblica: investendo risorse, e non limitandosi a proclamarlo a parole.
Di quante leggi lamentiamo il magnifico dettato e l’inesistente dotazione economica? 20mila euro non basteranno a risolvere tutti i dubbi per sposarsi. Ma oggi possono essere un modo per tornare a dire che una coppia sposata è un bene di tutti.