Il direttore risponde. Le carte trafugate, sconcerto e amore, ma più amore
Caro direttore,
è inevitabile che gli scandali avvengano, ci insegna Gesù. Ma quando ci si trova a tu per tu con l’avvenimento è inevitabile sentire dolore, disagio e profonda amarezza.
Se lo scandalo investe la Chiesa, luogo in cui ci si impegna a vivere il Vangelo, che cosa accadrà lì dove il Vangelo viene di proposito ignorato? Questo non giustifica niente e nessuno. Ferisce interiormente constatare che nella Chiesa ci sia chi pensa e vive la Chiesa nel modo sbagliato, ossia come esercizio di potere e di visibilità: «Non vi accada di combattere contro Dio». La Provvidenza divina ha posto oggi a guidare la Chiesa quel mite e acuto pastore che è papa Benedetto XVI. Il papa che parla all’intelligenza delle persone e propone l’intelligenza della fede. Dove sta la sua forza? Dove sta il suo potere, oggi? Sta nel farsi accoglienza di un dolore immenso. Sta nel rimanere come la Madre di Dio, ai piedi della croce. Il suo potere gli viene dalla sua capacità di accoglienza della sofferenza, del dolore imprevisto, imprevedibile, soprattutto quando si origina dall’interno della Chiesa. Non lasciarlo da solo, Signore! Confortalo! Fagli sentire che la sofferenza che sta vivendo non è vana, ma è inizio della vera rigenerazione. E anche noi qualcosa possiamo fare: possiamo sentire come nostro il suo dolore. Possiamo pregare per lui e per la Chiesa. Non temere, caro papa Benedetto: al di là degli scandali, tutti comprendiamo come, in questo dolore, tu sia roccia. È Gesù che ti rende roccia. Aggrappati a lui, e guidaci verso di Lui. Vedrai il mare in tempesta, si placherà e così rivivremo la gioia.
don Maurizio Brasson, PadovaGentile direttore,
è un fatto che i vertici della Chiesa abbiano sempre contenuto anche personaggi ai quali poco (o nulla) interessava del bene del cristianesimo. E così, spesso, i detrattori del cristianesimo hanno utilizzato posizioni individuali per farle passare per linee di condotta della Chiesa. Salta all’occhio anche in questo momento un certo modo di informare su quanto sta – meglio, starebbe – avvenendo in Vaticano. E mi pare proprio che qualche debolezza individuale sia abilmente usata per altri scopi in una campagna di informazione ordita con abilità quasi "militare" da chi ha interesse a disinformare (una volta si diceva seminare zizzania).
Aurelio Cereti, Imola (Fc)Caro direttore,
prima lo scandalo della pedofilia anche nella Chiesa, ora questi brutti giochi di potere e informativi che la denigrano agli occhi dell’opinione pubblica. Per fortuna che la Fonte è purissima, se no verrebbe forte la tentazione di accantonare la voglia di Sacro anche per noi cattolici praticanti, comunque peccatori!
Marco Sostegni, Vinci (Fi)il Papa ha proclamato l’anno della Fede, e forse mai come negli ultimi tempi la Fede ha subito attentati dall’esterno e dall’interno. Oggi penso soprattutto alle ferite che vengono dall’interno della Chiesa, che sanguinano ancora di più perché inferte anche da chi dovrebbe essere difensore dell’integrità, della tradizione, della Parola, l’interprete dei Vangeli, il protettore dei deboli e dei poveri. Lampi di tempesta illuminano vizi e colpe, invidie e antagonismi... Ce lo ha ricordato molto bene il cardinal Bagnasco: il male è dappertutto, e l’uomo è peccatore. Ma i cristiani si sentono delusi anche da alcuni di coloro dai quali dovrebbe venire l’esempio. La nostra fede già provata dalle insidie e dai tranelli che l’attuale società instabile, volubile, corrotta, prodiga di attrattive fuorvianti ci propone di continuo, subisce ulteriori scosse. Persino la "roccia" a cui tutti ci teniamo stretti appare attaccata e può essere raccontata come traballante. Ma in noi stessi e nelle nostre comunità, dobbiamo rinascere e ricominciare, dobbiamo senza timore vivere e "ricostruire" la Chiesa con la forza del Vangelo. Lo sappiamo che «le porte dell’inferno non prevarranno su di essa».
Giulia Borroni, Castellanza (Va)
Giuseppe Cucco, Urbino