Il direttore risponde. Scegliere bene per dare cittadinanza (anche mediaticamente) al bene
Caro direttore,
impressionante la pagina di Avvenire dedicata il 25 gennaio scorso all’influsso dei media su bambini e ragazzi e sulle difficoltà o impotenze di genitori ed educatori di fronte a tale realtà. Mi son chiesto: se io fossi un genitore che cosa farei? Qualcuno auspica interventi della legge. Può darsi, ma ci credo poco sulla sua efficacia (san Paolo ebbe poca fiducia addirittura nella legge di Dio in quanto tale!). Provo a delineare allora qualche altra via, da inesperto. 1) Aiutare i figli a scoprire quale complessa "creazione" stia dietro un giornale, un computer, una tv ecc.; e l’utilità indiscutibile dei media e di quanto essi offrono. 2) Rilevare con loro anche le menzogne o le parzialità di varie notizie. 3) Abituarli a confrontare notizie e immagini di realtà negative o almeno discutibili con fatti di altro tipo: esempi di bontà, generosità, altruismo, amore vero, dedizione al servizio di Dio o della giustizia o della pace… Non si riuscirà, nemmeno con le leggi, a impedire l’arrivo e l’ascolto di tanta zizzania, ma almeno avremo gettato nel campo della memoria e dello spirito dei figli anche un buon seme, che, a suo tempo, potrebbe produrre frutti belli. Due condizioni: che genitori ed educatori ci credano e posseggano del buon seme da cercare di seminare nel loro piccolo ma prezioso campicello; e che credano nell’intelligenza altrui e, perché no, nell’azione dello Spirito (e un po’ di preghiera a Lui darà maggiore speranza). 4) Come prete suggerirei ai miei confratelli predicatori: aiutiamo genitori ed educatori nel loro arduo compito, con un buon commento al seme della Parola e con la proposta a tutti di fatti belli della vita. E se qualcuno ha altri suggerimenti, ben vengano.
Don Giovanni Giavini, Milano