Il direttore risponde. Saper dare ai nostri figli, e loro a noi, gli «occhi di Dio» e la giusta speranza
Caro direttore,
vorrei ringraziare per l’editoriale che ha affidato a Ernesto Olivero su “Avvenire” di sabato 28 novembre: un bellissimo messaggio rivolto ai figli, ai nostri figli facendo perno sulle parole di Francesco dal Kenya. Al caro Ernesto dico che il Papa ha commosso anche me, padre di tre bambini, interpellandomi sulle scelte del futuro, su come impegnarmi, su come giocarmi la vita, sulla scelta fra il bene e il male, fra i “sì” e i “no” da dire, da adulti, ai nostri ragazzi ma anche e soprattutto a noi stessi in un mondo dove il terrore e le tenebre sembrano vincere sulla speranza e sulla luce. A questo punto entra in scena il solo aiuto che conta nella vita: confidare in Dio, grazie alle parole e ai gesti di papa Bergoglio, che sprona tutti noi a uscire, avere fiducia nei giovani e nel mondo e insegna a tutti qual è il cuore del messaggio evangelico: dall’onestà all’incontro con il Signore, stando con i più poveri di ogni parte del mondo.
Proprio i più disprezzati, i reietti della società sono agli occhi di Dio, e del suo servo Francesco, al primo posto.
Quale grandezza da questi messaggi che io genitore molte volte non so trasmettere ai miei figli... Meno male che molte volte sono loro che lo ricordano a me.