Strade sostenibili. Santiago, il cammino dei record vuol ritrovare la giusta direzione
«Puoi essere cristiano, musulmano, credente o no, qualunque cosa sia, ti consiglio di provare questa esperienza. Non si può descrivere con un aggettivo. Semplicemente devi viverla». Per Calogero, il Cammino di Santiago è stato un percorso che non dimenticherà, per molte ragioni. «La prima è che l’ho fatto in viaggio di nozze con la persona che amo», spiega. «Anche se poi mi riporto in Sicilia nel cuore almeno dieci amici di nazionalità diverse, conosciuti lungo la strada». I novelli sposi hanno intrapreso da Pamplona, in Navarra, il Cammino francese, 780 km in 31 giorni, l’itinerario per eccellenza fra i dodici che culminano nella Cattedrale di Compostela, e il più battuto dal Medioevo, annotato nel Codex Calixtinus. «Vai avanti per monti, vallate, colline, fiumi, avanzi per stradine asfaltate o sentieri infangati, con la pioggia o con il sole vai sempre avanti... fino a qui, alla tomba dell’Apostolo », descrive Calogero. «Ma l’arrivo non è la fine, è l’inizio, perché tu non sei più lo stesso che alla partenza. Il Cammino è come la vita».
«Caminante. No hay camino, se hace el camino al andar», scriveva Machado («Viandante, non esiste il cammino, il cammino si fa andando»). Nel primo Xacobeo biennale della storia, dopo che Papa Francesco ha concesso una proroga dell’Anno Santo del 2021, a causa delle restrizioni della pandemia, il pellegrinaggio a Santiago di Compostela è in pieno rinascimento. E batte record. Alla chiusura di un maggio spettacolare per gli arrivi di viandanti internazionali erano state superate le 105.000 compostelas– il certificato che accredita il percorso giubilare fatto – con un aumento del 17% rispetto ai primi cinque mesi del 2019, che era stato il migliore anno di sempre, con 347.578 pellegrini. «Ci avviamo a bruciare tutti i primati », celebra il presidente della Fundación Catedral, Daniel Lorenzo. Mentre la direttrice di Turismo di Galizia, Nava Castro, assicura che il numero dei camminanti è in realtà del 30-50% maggiore, perché in molti non ritirano 'la credenziale'. Ma l’affluenza è misurata da sensori installati fra Serria e O Pino, lungo il Cammino francese.
Il 9 giugno scorso la Castro ha ricevuto nella Praza do Obradoiro, fra l’entusiasmo della folla, il pellegrino numero 106.110: Ronaldo Nazário. 'O fenômeno' brasiliano, presidente del Real Valladolid, ha coperto in bici elettrica le quattro tappe del Cammino d’inverno, da Valladolid a Santiago lungo la valle del fiume Sil, per onorare la promessa fatta per il ritorno della sua squadra in prima divisione. «Un’esperienza incredibile, che rifarò. La prossima volta però camminando», ha garantito. Senza omettere nessun dettaglio della sua avventura su Instagram, che con le altre reti sociali ha cambiato per sempre il modo remoto e non connesso con cui si era affrontata la sfida per oltre un millennio.
Incamminarsi mettendo a prova la propria resistenza. Che sia per ricerca personale o per necessità di contatto liberatorio con la natura dopo il Covid, intensificata dalle crescenti angosce per le crisi globali e il conflitto in Ucraina, è un’esperienza arricchente per tutti. Che in un sentimento di solidarietà e fraterna condivisione amplia la comunità mondiale di chi ha condiviso le piaghe ai piedi e il saluto iniziatico: 'Buon cammino!'. «Il pellegrinaggio lungo rotte considerate sacre nei secoli propone un cambio radicale di comportamenti, un’alternativa di valori umani e universali a fronte di un modello sempre più alienato e competitivo a livello globale», ricordano alla Oficina de acogida al Pelegrino del Cabildo della Cattedrale. E la domanda di spiritualità è più che mai trasversale e in aumento. Dei 178.812 camminanti registrati nel 2021, per la metà donne e per l’altra metà uomini – in maggioranza spagnoli, seguiti da una novantina di nazionalità diverse – il 36% era mosso da motivi religiosi, il 20% da ragioni non religiose e il 43% da motivazioni spirituali e altre. Mentre il numero degli 'under 30' che si sono messi in cammino è cresciuto dal +26,7% nel 2019 al +31% nel 2020.
In 'Historias del Camino', antologia di racconti fra 'fiction e verità' di 12 fra le migliori voci di scrittori spagnoli veterani alternate a quelle di giovani, appena pubblicata in 'edizione non venale' da Zenda (editrice diretta da Arturo Perez Reverte), Ramón del Castillo ricorda che negli anni Novanta solo 3 donne per ogni 10 uomini si mettevano in cammino. Mentre nel 2019 avevano superato il numero di maschi. E che il Camino Francese è diventato «un tunnel di masse itineranti», transitato nel 1982 da soli 120 pellegrini, mentre nel 2019 hanno superato i 350.000. (L’antologia è al link: tinyurl.com/c5zje6f7 . Nella regione a nordovest, gran parte degli 'albergues' pubblici, gli ostelli è già quasi 'soldout'. Un esito che il neo presidente della Xunta, Alfonso Rueda – che si è avvicendato allo storico governatore Alberto Núñez-Fejióo, passato alla guida nazionale del Partito popolare – ha decantato alla conferenza sulle sfide del turismo, nell’ambito della riunione del Comitato Europeo delle Regioni, ospitata a Santiago di Compostela ai primi di giugno. «Le rotte giacobee racchiudono tre aspetti chiave: il pellegrinaggio, con l’esperienza di collaborazione e arricchimento personale; i paesaggi naturali non sovraffollati; e il patrimonio culturale e gastronomico. Parliamo di un Cammino che ha permesso nei secoli di creare uno spazio di cooperazione e di incontro dei valori comuni sui quali costruire l’identità europea».
In occasione del Xacobeo è emersa forte la necessità di ripensare un turismo più rispettoso con il pianeta ma anche con la comunità locale, il patrimonio e la cultura. Il settore rappresenta il 10% del Pil della Galizia. Un importante motore economico, poiché ogni persona che arriva nella Praza del Obradoiro produce sull’economia l’effetto di 2,3 turisti convenzionali, come rivela lo studio 'Impatto Socioeconomico del Camino de Santiago', realizzato dall’Università di Santiago. Per sostenerlo durante gli anni magri della pandemia, l’esecutivo regionale ha investito per il biennio giubilare 180 milioni di euro in 4 anni, che si uniranno ai finanziamenti dei fondi europei Next GenerationEu.
Cammini del sapere, dell’andare, del credere. L’evoluzione dal Medioevo al viaggiatore contemporaneo è stata al centro del XII Congresso internazionale di Studi Giacobei, coordinato da Paolo Caucci Von Saucken, presidente del Comitato di esperti del Camino de Santiago e del Centro Italiano di Studi Compostellani, e dal cattedratico dell’Universitat Autónoma de Barcelona, Manuel Castiñeiras. Caucci, fra i maggiori studiosi del Cammino, ha più volte messo in guardia dalla «banalizzazione» già in atto, e dal rischio di convertire gli antichi sentieri in un parco tematico.
Sulla strada il pellegrino «trova quello che ha cercato da sempre, incluso la temibile opportunità di trovare Dio». Ma in tanti si incamminano senza interiorizzare il percorso, restando aggrappati al mondo digitale, all’Ipad e alle reti sociali, senza lasciarsi indietro i propri problemi e i carichi e, pertanto, senza aprire lo spirito, che poi è l’autentico risultato del viaggio. Secondo il professor Caucci, è avvenuta una sostituzione di concetti intorno alla parola pellegrino, rimpiazzata da «camminante o viandante, la persona che non ha bisogno di una meta e che può muoversi in ogni direzione ». Ma «non solo per il fatto di camminare si giustifica la sua presenza nel Cammino».