Referendum sull'aborto. San Marino sappia scegliere la vita e non lasci sole le donne
Un neonato. La vita è una sfida per tutti, nessuno deve essere lasciato solo o scartato
Gentile direttore,
il referendum sulla depenalizzazione dell’aborto che si tiene oggi nella Repubblica di San Marino rischia di far cadere uno degli ultimi baluardi del rispetto della vita in Europa. Don Oreste Benzi ripeteva che «nell’aborto ci sono sempre due vittime: il bambino ferito mortalmente e la mamma ferita spiritualmente per tutta la vita». In oltre 25 anni di sostegno alle maternità difficili abbiamo compreso che una gravidanza non programmata può comportare nelle donne una perdita di controllo sulla loro vita tale da non vedere vie d’uscita, da sentirsi in pericolo, senza possibilità di scelta.
Soprattutto si ritrovano sole.
Per questo ci mettiamo al fianco delle donne. Mai contro. Le ascoltiamo, individuiamo i problemi, qualsiasi essi siano, quindi cerchiamo, insieme, di rimuoverli o di affrontarli. Ci facciamo vicini. Lo facciamo sempre. Anche quando vengono da noi donne che hanno abortito e provano un dolore silenzioso, straziante e non preventivato. «Nessuno me lo aveva detto», ci dicono. In questi casi, se ce lo chiedono, le accompagniamo a dare degna sepoltura al figlio non nato.
La settimana scorsa è stata pubblicata la relazione annuale sulle interruzioni volontarie di gravidanza in Italia che "Avvenire" ha ben analizzato. Il primo semplice dato che emerge è che in Italia ogni giorno 200 bambini vengono legalmente soppressi. Questa è la cruda realtà dell’aborto. Si parla tanto dei diritti delle donne, ma il primo diritto di ogni donna è vivere.
A San Marino da anni giace sepolta in un cassetto una proposta di legge sulla tutela della maternità e del concepito. Questa dovrebbe essere la risposta al bisogno di sostegno durante una gravidanza. Anche le donne di San Marino meritano una risposta migliore all’aborto. È tempo di trovare altre soluzioni: ascolto, dialogo, aiuto, condivisione di vita. Non si tratta di dare un’elemosina ma riconoscere il valore sociale di ogni maternità.
Giovanni Paolo Ramonda è presidente Comunità Papa Giovanni XXIII