Salvare si deve: una euro-ricetta per i soccorsi e qualche numero
Gentile direttore,
ecco il mio parere sugli immigrati che rischiano la vita nel Mediterraneo: 1) tutti i naufraghi devono essere salvati; 2) il regolamento di Dublino è sbagliato e va cambiato: ogni nave di soccorso è «primo approdo» e deve portare i profughi nello Stato di cui batte bandiera. I natanti italiani in Italia, gli spagnoli in Spagna, i francesi in Francia, i tedeschi in Germania. Ma date le distanze, ognuno li può consegnare a navi più grandi della loro stessa bandiera che sono nel Mediterraneo. Oppure l’Unione Europea attrezzi una nave ospedale che li accolga. Carità e giustizia.
Apprezzo il suo parere e lo spirito che lo anima, gentile e caro signor Belluschi. Aggiungo una sottolineatura che facciamo da tempo, chiedendo una svolta: ogni approdo via mare di richiedenti asilo in Italia o in Spagna, in Grecia o a Malta e ogni ingresso via terra in questi o in altri Paesi dell’Unione è “approdo” nell’Unione Europea e deve riguardare, pro quota, solidalmente, tutti gli Stati membri. Compresi quelli governati dai signori dei muri e delle barriere “sovraniste”. Ricordo, poi, ancora una volta la classifica dell’accoglienza europea: prima la Germania con 1 milione e 100mila rifugiati più 300 mila richiedenti asilo, seconda la Francia con 459mila, terza la Svezia con 318mila, quarta l’Italia con quasi 300mila. La piccola Malta (20 per mille abitanti) è seconda solo alla non grandissima Svezia (25 per mille) nel rapporto tra rifugiati-richiedenti asilo e abitanti, in Italia ce ne sono invece circa 5 ogni mille.