Caro direttore,in questi giorni di disputa sulla manovra economica e sugli esiti che potrà avere per le famiglie e i territori sono incappato nell’elenco contenente i nomi degli ex parlamentari con il rispettivo vitalizio assegnato loro per gli anni trascorsi in Parlamento. Nel 2008 il costo totale era di 12 milioni di euro al mese. Non faccio del moralismo e avendo fatto anche solo l’amministratore locale so bene quanto tempo occorre dedicare per fare bene attività istituzionale e politica e so anche che gli emolumenti sono proporzionati anche ai versamenti effettuati nel corso del mandato parlamentare. Però le cifre (ad esempio 9.512 euro per 26 anni di contributi), sembrano eccessive, a maggior ragione in questi momenti di crisi. Negli stessi giorni mi sono tornate alla mente le parole di don Luigi Sturzo: «La mia esperienza lunga e penosa mi fa invece concepire la politica come saturata di eticità, ispirata all’amore per il prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune» e di Aldo Moro: «Questo Paese non si salverà, la grande stagione dei diritti risulterà effimera, se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere». Dalle colonne del suo giornale mi appello allora ai tanti ex parlamentari e ai parlamentari attuali che si riconoscono in queste parole e nella storia di chi le ha pronunciate perché sappiano prendere provvedimenti legislativi coerenti con queste affermazioni in modo tale anche da aiutare ad arrestare la frattura sempre più evidente tra i cittadini e la politica e le istituzioni. Analoghi comportamenti potrebbero essere messi in atto anche dai consiglieri regionali.
Giovanni Barbesino, Vedano Olona (Va)
Passo passo, in quasi vent’anni, alcuni correttivi al generoso sistema previdenziale riservato agli eletti nelle assemblee legislative sono stati introdotti, caro signor Barbesino. E a provvedere – sempre su pressione dell’opinione pubblica – sono state quelle stesse assemblee cui questa potestà spetta in modo circoscritto ed esclusivo (il Senato provvede per il Senato, la Camera per la Camera, i Consigli regionali per sé medesimi). Segnali positivi, faticosi, contraddetti, rilanciati... Fino alla limatura del «meno 5%» di queste setimane. Non rifaccio la cronaca per intero. Ma posso dirle di credere che il suo auspicio di una vigorosa e definitiva sterzata sia condiviso da tantissimi italiani. Personalmente, sarei favorevole all’adozione di una misura unica retributiva e previdenziale per tutti i parlamentari italiani ed europei, che coincida con quella di questi ultimi (e funga da parametro equilibratore anche a livello regionale). A Strasburgo vigono, infatti, regole uguali per i rappresentanti di tutti gli Stati e i supertrattamenti degli italiani sono ormai solo un ricordo. Penso da tempo che un segnale così esplicito e forte sarebbe estremamente utile e verrebbe ben compreso da tutti. E so che oggi, in questa difficile stagione di sacrifici, è più che mai lecito chiederlo e attenderlo.