Il direttore risponde. Roma (e non solo) e il caso Imu
Caro direttore, come modesto studioso di politiche familiari e come cittadino di quella Parma in cui sono state sperimentate alcune interessanti, anche se parziali, iniziative in questo campo (a partire dal "quoziente familiare"), ho letto con interesse il servizio apparso su "Avvenire" del 27 aprile scorso (pag. 9) e sono lieto che l’Amministrazione comunale di Roma, al termine di cinque anni di mandato, abbia deciso di intervenire a favore delle famiglie meno abbienti con una consistente riduzione dell’Imu. Come sempre, però, "il diavolo sta nei dettagli", dato che, nella stessa pagina, si legge che «la tempistica non permetterà l’esenzione già dalla prima rata di giugno, ma le famiglie interessate potranno chiedere il rimborso» (e sono noti i tempi che l’Italia conosce in materia di rimborso…). Ma è forse sfuggito al pur diligente cronista che fra pochi giorni a Roma si svolgono le elezioni e che la nuova Amministrazione potrebbe essere diversamente orientata: e dunque "onori" all’Amministrazione uscente, che fa il beau geste e "oneri" per quella che verrà (sempreché sia d’accordo su questa scelta) e che pagherà. È possibile che le iniziative per la famiglia si concentrino sistematicamente – non solo a Roma – nelle vigilie elettorali e restino poi nei cassetti nel corso della legislatura, naturalmente perché «non vi sono fondi» (fondi che pur si trovano per altri capitoli di spesa)? Un’ultima avvertenza per il futuro: il generoso assessore De Palo, annunziando un poco trionfalisticamente questa "storica" decisione del Comune di Roma (che però scarica sostanzialmente su altri, su coloro che verranno, la "patata bollente") auspica che essa «sia un esempio per il Governo». Per carità! Se il Governo Letta, cui auguriamo lunga vita, annunziasse oggi interventi che sarebbero realizzati soltanto alla fine della legislatura, e cioè dopo il 20 febbraio 2018 (!), tutti gli riderebbero in faccia. Hic Rhodus, hic salta, suona un antico detto latino riferito a quel vanaglorioso danzatore che vantava mirabolanti imprese chissà dove ma non era in grado di mostrare la sua bravura a quanti ascoltavano il racconto delle sue presunte abilità… Non vorremmo che, ancora una volta, la storiella si ripetesse nel caso delle politiche familiari: quelle di oggi, da avviare oggi, e non quelle di un incerto domani.
Giorgio Campanini