Rifiuti, regole buone e uguali per semplificare il giusto riciclo
Gentile direttore,
non mi intendo di rifiuti, ma penso che per cominciare a risolvere davvero il problema bisogna prima avere una legislazione uniforme nei confronti dei “produttori di rifiuti”, ossia – per esempio – del produttore di merendine. Quello stesso che, oggi, avvolge in materiale plastico ogni singola merendina e che poi ne raccoglie un certo numero in un altro contenitore che, se va bene è di cartone (e va nella carta) e, se va male, è un misto cartone- plastica da smaltire nella raccolta indifferenziata. Tutto questo credo che non faccia un buon servizio... In secondo luogo penso che ci debba essere una legislazione nazionale che imponga comportamenti virtuosi a Regioni e Comuni. Invece, ogni Regione fa una sua politica su inceneritori, termovalorizzatori e altri impianti di riuso dell’immondizia. Alcune Regioni li realizzano, altre no. E i Comuni hanno, a loro volta, margini di autonomia nel decidere la politica di raccolta dei rifiuti. Alcuni raccolgono in maniera differenziata, raggiungendo obiettivi virtuosi, altri meno, altri lasciano marcire i rifiuti nelle strade. E non c’è nessun controllo adeguato, non c’è nessuna responsabilità “contabile” per questi disastri ambientali che provocano un danno erariale alla luce del sole. Forse ci vorrebbe qualcuno di davvero competente a gestire questo problema.
Cesare FedeliCondivido, gentile lettore, sia l’urgenza di avere norme e pratiche omogenee in tutto il territorio nazionale (ed europeo), ma soprattutto – e con speciale convinzione – il suo appello iniziale a incidere sul malcostume sul conseguente dilagare della “monnezza” con normative che, per prima cosa, riducano di volume e rendano semplici da riciclare gli involucri dei beni che acquistiamo, e che ormai si usa chiamare packaging. In italiano abbiamo almeno due espressioni altrettanto utili: confezioni e imballaggi. Di plastica, di polistirolo, di carta, di latta, e spesso “miste” in modo persino stordente... Facciamo sì che siano sempre meno un impiccio e causa di mal di testa ai cittadini e alle cittadine che intendono cooperare a una raccolta differenziata dei rifiuti degna di questo nome perché diffusa, comoda ed efficace.