Opinioni

La Giornata mondiale dei poveri. Riconoscere le fragilità è cambiare il futuro

Maurizio Gardini* domenica 19 novembre 2017

La Giornata mondiale dei poveri promossa dal Papa/1 Caro direttore, che cosa comporta la Giornata mondiale dei poveri che papa Francesco ha proclamato per oggi, 19 novembre? Io credo che quella promossa dal Papa sia un’adunata di tutte le persone di buona volontà, una mobilitazione di forze materiali e immateriali. Il pontefice è il più grande 'narratore' moderno in termini di simboli e di significato.

La sua capacità di richiamare l’attenzione sui più deboli, sulla famiglia, sulla fragilità delle classi povere dei Paesi industrializzati e no, sul dramma della disoccupazione giovanile, sulla solitudine degli anziani, sull’ambiente, per fare solo alcuni esempi, esercita un’evocazione potente che riesce a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, della società civile, persino dei capi di Stato e di governo. Nella nostra Italia, le cooperative hanno il compito di riequilibrare la ripresa che è in atto nel Paese ed è dimostrata dagli indicatori di diverse società di ricerca, ma non sta toccando tutti i cittadini, né tutti i territori. È un compito impegnativo in termini di coesione sociale, di opportunità, ma è una straordinaria e doverosa occasione di impegno. Perché non si tratta di un impegno astratto, ma concreto. Misurabile.

A Milano ci sono cooperative che non solo provvedono ai bisogni primari dei senza fissa dimora, ma provano a reinserirli in società, facendoli lavorare come guide turistiche in un importantissimo progetto con la Caritas Ambrosiana. Sempre nella metropoli lombarda, in collaborazione con il Comune, si lavora all’accoglienza, l’orientamento al reinserimento nel mondo del lavoro e all’autonomia abitativa, oltre che all’accompagnamento nella ricostruzione di relazioni sociali.

A Roma, in collaborazione con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il Vicariato e il Vaticano si porta assistenza sanitaria a bambini e anziani delle zone periferiche della Capitale. Sempre fianco a fianco con la Caritas, a Napoli, vengono date risposte alle famiglie più fragili, in termini di lavoro e di inclusione sociale. Un lavoro che viene fatto quotidianamente, e in silenzio. La fragilità italiana è fotografata da oltre 4 milioni e mezzo di persone che vivono in assoluta povertà e da 12 milioni che rinunciano alle cure sanitarie per mancanza di opportunità economiche. Effetti sicuramente aggravati dalla crisi e che sarebbero stati anche più pesanti senza la funzione di ammortizzatore sociale delle famiglie italiane e della loro, sempre più erosa, capacità di risparmio.

Lo stanziamento previsto dal Reddito di inclusione sociale (Rei) e rafforzato nella Manovra in corso è un primo passo importante, e con l’Alleanza contro la povertà spingiamo perché si arrivi gradualmente, ma velocemente ai 5 miliardi di stanziamento che occorrono per raggiungere la totalità delle persone che vivono in miseria. Contrastare la povertà, lavorare alla coesione sociale, ridurre le distanze è un valore e un decisivo investimento in un Paese dove rischia di prevalere la frammentazione. Significa preservare e sostenere un bene comune superiore. Ed è un dovere di tutti che non giustifica il disimpegno di nessuno.

*Presidente di Confcooperative