Il direttore risponde. Renzi sbaglia a dialogare con l’ex Cav.? Le riforme si fanno insieme, con chi c’è
Caro direttore,
«Oggi essa (giustizia) richiede uno sforzo particolare e soprattutto un grande impegno di solidarietà. Ciò significa essere tutti consapevoli delle necessità di un sacrificio comune. Non dire questo significherebbe ingannare con una falsa demagogia i lavoratori italiani. Essi hanno però il diritto di sapere, di essere certi, direi di essere garantiti, che il sacrificio toccherà a tutti, e in misura proporzionale alle singole capacità, alle risorse di ciascuno. Utilizzare tutte le risorse disponibili per gli investimenti e per l’occupazione, significa anche essere consapevoli che l’esodo dei capitali e l’evasione fiscale costituiscono reati previsti dalla legge, reati che devono essere avvertiti nella coscienza di tutti i cittadini come veri crimini contro la nazione». Sono parole pronunciate da Benigno Zaccagnini nel 1976 che non sono certo in sintonia col cosiddetto "Patto del Nazzareno" siglato tra chi, come presidente del Consiglio, dovrebbe essere il garante dei diritti di tutti i cittadini onesti e un disonesto che ha frodato lo Stato e quindi tutti noi cittadini, per manomettere la Costituzione, da molti considerata una autentica opera di architettura di diritto costituzionale, a opera di uno stuolo di autentici manovali del diritto costituzionale "nominati" a sua volta attraverso una legge elettorale dichiarata incostituzionale e che per via dell’alto numero di astensioni rappresentano soltanto buona parte dei cittadini. Io non mi sento sereno.
Vittorio Savoia, Cesena