Il direttore risponde. Rallentare? Prendere la buona via
Gentile direttore,
«Un uovo oggi o una gallina domani?». Di fronte al veloce, ineluttabile incalzare della crisi, della recessione, la gente comune, specie adulta, si adegua, sfugge, svicola, si imbosca... rallenta. Se infatti l’età della pensione, quella cui si affidavano finora tutte le migliori aspettative, diventa aleatoria, quasi un miraggio, tanto vale anticiparne i pregi per quanto e come si può. Ciò equivale di fatto a rallentare. Così molti richiedono il part-time e cercano di aumentare e capitalizzare il tempo libero per la propria cura e il proprio benessere, per la famiglia, per un’eventuale alternativa, per provvedere in prima persona ai bisogni non più acquistabili sul mercato, per riscoprire la socialità, per mettere mano infine ai beni accumulati (se son molti) che rischiano l’abbandono e l’obsolescenza... e liberarsi della cianfrusaglia. Troppi libri, troppi vestiti, troppo cibo, troppi strumenti, troppi beni insomma da fruire subito. Se si voleva mettere alla frusta gli italiani per farli lavorare di più, per asservirli al mercato globale, alla competizione universale, si son sbagliati i conti. Come il buon cinese, conviene attendere seduti che la corrente porti il cadavere dell’homo competitor. Si può resistere alle pretese della burocrazia europea e alla speculazione finanziaria mondiale a oltranza, basta – sta accadendo già – rallentare e partecipare: «Corvo Rosso non avrai il mio scalpo!».
Carlo Rossi, Firenze