Opinioni

Politica. Pace e dignità della persona, questioni di democrazia

Agostino Giovagnoli sabato 6 luglio 2024

Le elezioni in Europa hanno evidenziato in modo ancora più forte il problema della crisi della democrazia. Vale anche per il successo di Rassemblement National in Francia, tanto più importante perché non isolato e non inatteso. La vittoria elettorale dei Lepenisti – qualunque sia l’esito finale del ballottaggio – insieme al fenomeno Trump negli Stati Uniti e all’avanzata di Afd in Germania mostrano che, in alcuni tra i più importanti Paesi occidentali, stanno diventando forze di governo partiti e leader che mettono in discussione i fondamenti dell’ordine creato alla fine della Seconda guerra mondiale: l’ordine scaturito dalla sconfitta del nazi-fascismo, responsabile del più tragico conflitto di tutti i tempi. Le fondamenta dell’Occidente, in altre parole, sono scosse da un vento che soffia al suo interno.

Il realismo cristiano insegna che occorre accettare tutte le espressioni della realtà. Questo vento è il segno di un disagio fortissimo dei left behind – i lasciati indietro, in francese: citoyens déclassés – delle periferie o delle campagne su cui occorre interrogarsi a fondo. Intanto, però, occorre fare i conti con la presenza di queste vecchie-nuove forze in posizioni di governo. Come insegna l’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, non si possono identificare i “movimenti storici” con le “false dottrine filosofiche” che li ispirano: tali movimenti, infatti, «agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi». Occorre aver fiducia nella storia. Il realismo, però, impone anche di riconoscere i problemi aperti.

Anzitutto, quello della pace. I vincitori dalla Seconda guerra mondiale hanno perseguito l’obiettivo di allontanare il più possibile la guerra. Segnati da quella immane tragedia, hanno creato l’Onu e altre organizzazioni internazionali; adottato Costituzioni orientate verso la pace; sviluppato la cooperazione internazionale e una crescente integrazione politica, economica, sociale e culturale. Per molti decenni questo ordine si è mostrato efficace. Ora vacilla. Che fare davanti a chi aggredisce? Finora i governi occidentali hanno condannato la Russia e sostenuto l’Ucraina, compreso quello italiano. Ma forze come Rassemblement National, Afd o Fidesz di Orbán – in Italia con sfumature diverse la Lega – sono state e in alcuni casi tuttora sono vicine a Putin e, spesso, da lui finanziate, mentre Trump fa capire che non vuole sostenere l’Ucraina più di tanto. Si aprono dunque scenari imprevedibili. Non basta, inoltre, fermare l’aggressore: bisogna sradicare la cultura dell’aggressione come dopo il 1945. Se si vuole davvero evitare debolezze o complicità verso Putin, Hamas o altri occorre perseguire tenacemente la pace. Non farlo mina le fondamenta della democrazia occidentale.

Seconda grande questione: la dignità della persona umana. L’ordine politico post-bellico si è fondato sul rifiuto del fascismo, di cui costituiscono elementi essenziali odio e violenza che negano tale dignità. La parola antifascismo non va più di moda e il cordone sanitario contro gli estremismi vacilla sempre di più. Ma non si può transigere sul rifiuto dell’odio e della violenza. Il problema investe anche l’Italia, dove gruppi di giovani del più importante partito di governo hanno manifestato razzismo e antisemitismo. Dopo il 7 ottobre 2023, va denunciato con forza l’antisemitismo che si nasconde dietro l’antisionismo o la solidarietà pro-palestinese. Ma onorare la memoria di fascisti e nazisti significa onorare i responsabili dell’uccisione di sei milioni di ebrei con la Shoah. Se non si recidono esplicitamente e definitivamente i legami con il fascismo e con il nazismo, continueranno ad emergere antisemitismo e razzismo. Ecco un altro terreno su cui la democrazia è in pericolo.

Su problemi apparentemente solo politici e contingenti sono dunque in gioco, oggi, anche questioni di fondo per le quali chi assume responsabilità di governo è chiamato a compiere, come si è iniziato a fare, un’autocorrezione spontanea. Non possono inoltre essere lasciate, tali questioni, alla normale dialettica maggioranza-opposizione: occorre una mobilitazione trasversale. Sono sfide che chiamano in causa soprattutto chi – come i cattolici – conosce l’importanza di coniugare scelte morali, visione storica e passione civile. È molto significativo, dunque, che la Cinquantesima Settimana Sociale dei cattolici in Italia sia dedicata proprio alla democrazia.