Quella luce dall'alto e la mia risposta dal basso allo spot: grazie, non compro
Gentile direttore,
una luce giunge dall’alto. Sfonda una finestra e avvolge l’interlocutore facendolo brillare di spiritualità. È l’immagine cinematografica dell’Annunciazione? È il Mistero che si rinnova per noi mortali del XXI secolo? È un miracolo? No. È la pubblicità di un divano. L’interlocutore, in braghe di lavoro parla con... Dio. Gli chiede barlumi sul proprio lavoro o, meglio, Lo informa della nuova produzione di un sofà. Fa felice il Creatore per lo sconto annunciato, (questo sì), di un prodotto di consumo che passerà alla storia. I Vangeli non ne parlano. Non possono, anche perché duemila anni fa questo meraviglioso sofà non esisteva. Ma Dio ora lo sa. Ed esulta. La luce infatti si fa più vivida e scompare solo perché incalza la reclame di un battiscopa. In breve tutto si annulla. Chi guardava la televisione ha già spento. È disgustato da un evento che, invece di sedurlo, lo ha indignato. L’utente si chiede: perché coinvolgere Dio nella promozione di un prodotto commerciale? Come può un pubblicitario fabbricare nel proprio cervello pensante cotanta idiozia? E come può l’Azienda che paga il filmato permettere che si dissacrino così l’Infinito e la Creazione? Sono i fenomeni della nuova cultura. È la cultura del dio-denaro, dove dio qui ha la “d” minuscola. È l’idea che il consumatore cretino corra a comprare un sofà perché c’è l’annuncio Supremo. Non solo. Ma è Dio stesso che interloquisce, entusiasta di fronte a cotanta portata economica. Non ho mai amato i pubblicitari, ma quando nella loro dabbenaggine utilizzano il Sacro per guadagnare produzione, mi inalbero e denuncio. Viviamo già una vita difficile, dove Dio sta usando il massimo della misericordia nei nostri confronti. Ma non si può manipolarLo in tal modo. Non si può neppure avvilire tanto l’intelligenza umana da farne una bestia di puro consumo. Non si può stuprare la religiosità di tanta gente. Chiedo solo di perdonare, anche se personalmente non riesco.
Ugo Paderi, Torno (Co)Provo a perdonare io anche per lei, gentile dottor Paderi. Perdono, ma in cuor mio ho già deciso: piuttosto che comprare quel sofà, sto in piedi. Luce dall’alto del dio degli spot, risposta dal basso di uno che prova a voler bene all’unico Dio, e ad ascoltarlo e interrogarlo per davvero. La chiami un’assolutamente non violenta obiezione di seduta. A me certe pubblicità fanno questo effetto, provocando astinenza da acquisti che ritengo propagandati in maniera insostenibile. E posso assicurarle che è un’astinenza che fa piuttosto bene.