Opinioni

Il direttore risponde. Quel «saluto» che porta libertà

Marco Tarquinio sabato 31 marzo 2012
Gentile direttore,
quando anni fa Giovanni Paolo II si recò in visita pastorale in Cile qualcuno gridò allo scandalo perché il Papa osò stringere la mano a un «sanguinoso dittatore» come Pinochet. Più tardi si recò a Cuba e non mancò di salutare un altro dittatore come Fidel Castro, ma nessuno ebbe qualcosa da ridire. Adesso anche Benedetto XVI ha salutato Fidel e ci auguriamo che finalmente tutti abbiano capito che il Papa dialoga con tutti...
Ivan Devilno
E c’è di più, caro signor Devilno. Nei Paesi di antica tradizione o, comunque, di forte presenza cristiana e cattolica dove Giovanni Paolo II è andato e dove il potere era nelle mani di regimi dittatoriali è rifiorita regolarmente la libertà, sia religiosa sia civile. Un dato di fatto, con buona pace di certi tenaci detrattori del Papa e della Chiesa. L’unica eccezione fu la Cuba castrista, nella quale un processo positivo si è sviluppato in questi anni, ma purtroppo con estrema lentezza e tra mille gravi e anche mortali contraddizioni. Nei giorni scorsi abbiamo visto tutti quanta speranza la visita di Benedetto XVI ha riacceso, proprio per questo dobbiamo augurarci che ora il cammino del popolo cubano verso la giusta libertà e una vera democrazia riprenda con forza e buona lena.