La "picconata" al mondo del non profit italiano – non sapremmo come altrimenti definirla – che una sezione del Consiglio di Stato ha fatto arrivare ieri nella forma di un parere al regolamento sull’Imu per gli enti non commerciali predisposto dal governo, è sorprendente e davvero pericolosa.Chi conosce la realtà e il valore del privato sociale e delle onlus non può che considerarla autolesionista dal punto di vista dell’interesse generale della nostra comunità nazionale. Ma ha anche un effetto involontario e paradossalmente utile. Ha infatti cominciato a incrinare – e potrebbe persino riuscire nell’incredibilmente dura impresa di far cadere – il muro di menzogne costruito a presidio della "verità" preconfezionata dei «privilegi della Chiesa» dal punto di vista della tassazione sugli immobili: ieri Ici, oggi Imu.Abbiamo più volte scritto, e dimostrato documenti alla mano, che non c’è una sola norma dedicata alla Chiesa cattolica in questa materia, e che le attività effettivamente commerciali riconducibili al mondo ecclesiale erano – nonostante una formula normativa controversa, poi chiarita da una circostanziata circolare – tassabili e tassate. E abbiamo anche aggiunto che se qualcuno non pagava il dovuto, non era un esentato, ma un evasore. Abbiamo ricordato che tutte le religioni che hanno intese con il nostro Stato e tutte le organizzazioni senza fini di lucro sono e sono state a questo proposito sullo stesso piano di fronte alla legge.Ed è proprio questo che, ancora una volta, emerge con chiarezza. Emerge dalle carte rese note ieri. E dalle dichiarazioni giustamente allarmate rilasciate sempre ieri dal portavoce del Terzo Settore, cioè da chi rappresenta il grande e generoso mondo del «privato sociale» (cattolico e non) che tiene in piedi persino eroicamente, e con crescente fatica, la rete del welfare sussidiario in questo nostro Paese che sta tagliando pezzi di un welfare statale diventato insostenibile. Sembra quasi che si cerchi di ostruire la via alternativa (e meno costosa) al contrasto della disperazione sociale. Perché? Il fatto che un’attività sociale sia senza fini di lucro sembra, infatti,destinato a diventare irrilevante. Se è classificabile come «attività economica» – e quante lo sono! –, bisognerebbe «prescindere dallo status giuridico di detta entità e dalle sue modalità di finanziamento» e sottoporla a tassazione. Perché può far concorrenza a chi fa business . E il business va tutelato.Non è un’esagerazione. Le osservazioni critiche formulate ieri al parere sul regolamento dell’Imu per il non profit appaiono basate esattamente su questo perno concettuale e, dunque, appaiono in adesione a una linea di lettura oltranzista dell’attuale diritto europeo. Oltranzista e oggettivamente anti-italiana. Proprio come il ricorso che alcuni politici italiani presentarono contro l’Italia a Bruxelles, quegli stessi politici radicali che hanno raccontato per anni e ancora raccontano – e molti ci hanno creduto o ha fatto loro comodo crederci – la favola del ricorso contro gli «aiuti di Stato al Vaticano» (negando il ruolo nel non profit delle organizzazioni laiche e non cattoliche, confondendo – come al solito – la Chiesa italiana che è una Chiesa «cittadina» anche fiscalmente di questo Paese e la Santa Sede, che è nel cuore dell’Italia e ha a cuore l’Italia, ma non è un pezzo d’Italia e comunque, a sua volta, per i beni non extraterritoriali che ha in Italia e che mette a reddito paga, e paga tanto).Ora tutti hanno l’occasione di capire che si è sempre trattato di un ricorso contro il mondo che fa solidarietà e che quando fa impresa lo fa in modo differente, per dare servizi alle persone soprattutto alle più piccole e fragili e per contribuire, creando lavoro e ricchezza condivisa, a far crescere un’altra economia. Seria, rispettosa delle regole, libera dalle logiche del guadagno per sé. Vedremo quali saranno le conseguenze di questa offensiva che sta raggiungendo l’acme. Vedremo che cosa farà il governo. E lo vedranno gli italiani. Se si arriverà davvero, come potrebbe essere possibile, a colpire (proprio adesso che ce n’è più bisogno) il Terzo Settore, a "spremere" persino gli ospedali pubblici e gli ostelli per i senza tetto, a far chiudere scuole o musei e a tassare la solidarietà sarà davvero un capolavoro. Più tasse e più affari per tutti. Evviva. Ma per confondere e distrarre la gente basterà la solita tirata anticlericale?