A voi la parola. Quel documento cristiano-musulmano sulla fratellanza: stupore e sprone
Gentile direttore,
ho letto ripetute volte, sempre con rinnovato stupore, il documento credo epocale sulla fratellanza umana, firmato da papa Francesco e da Ahmad al-Tayyeb, grande imam di Al-Azhar (Abu Dhabi 4 febbraio 2019). Quanta umiltà, coraggio e speranza siano occorsi per la stesura di quel testo, lo sa solo Dio! Ne è nato comunque un sorprendente regalo offerto a tutti, per l’oggi e per il domani. D’ora in poi (e mi limito volutamente all’Europa) sarà ancora più difficile (e colpevole) ignorare le verità lì esposte, a iniziare ovviamente da ciascuno dei parlamentari europei che abbiamo eletto da pochissimi mesi. In fondo, cosa dovrebbe essere l’Europa se non una comunità di popoli fondata proprio su quella ben chiara fratellanza? E perché non richiamarla (citando pure il documento) espressamente nella nostra Costituzione europea? Certo, nessuno (né in alto né in basso) deve fare il furbo o lo smemorato. Con Dio si può anche scherzare (anzi si deve, visto che è un... Padre), ma è troppo pericoloso prenderlo in giro. E poi pare evidente che non vi siano valide alternative. Certo mancano ancora delle firme (penso in primis ai nostri fratelli d’Oriente e a quelli che chiamiamo 'fratelli maggiori') e quindi ci sono dei possibili arricchimenti del documento: e francamente non so cosa sia più facile, se firmare o arricchire... ma il solco è stato tracciato, il sentiero è stato aperto e, pur con tutte le difficoltà di questa vita, pare che Dio sia molto ben disposto ad alimentare chi sinceramente vuole essergli amico. Grazie di cuore a chi ha contribuito a tutto questo.
Condivido pienamente, gentile e caro dottor Parodi, la sua opinione sul valore spirituale e sull’importanza civile della Dichiarazione sulla fratellanza umana (e sulla cittadinanza comune) che papa Francesco e il grande imam Ahmad al-Tayyeb hanno firmato ad Abu Dhabi nel febbraio 2019.Venerdì scorso, 4 ottobre, giorno di san Francesco, ho potuto ragionarne in pubblico in un partecipatissimo incontro che la Chiesa di Venezia, attraverso l’iniziativa del Vicariato di Marghera e con l’impegno personale di don Nandino Capovilla, ha organizzato con il patriarca Moraglia e l’imam Hamad Mahamed. Anche in quell’occasione ho detto che, pur essendo un uomo di speranza e confidando nei miracoli che Dio e la buona fede delle persone possono realizzare, non avrei mai immaginato di poter assistere nel corso della mia vita a un atto comune di cristiani e musulmani di tale solennità e di poter leggere un testo condiviso così limpido e forte, di altissima ispirazione religiosa e straordinaria eloquenza per credenti e non credenti. La strada del dialogo e del lavoro da fratelli e sorelle per costruire un mondo secondo il disegno di pace, di giustizia, di misericordia e di libertà che è nel cuore di Dio è ancora lunga, ma è motivo di grande conforto e di sprone poterla percorrere. Mi ha colpito molto che il Papa e il Grande Imam facciano proprio il senso profondo di una perla della saggezza talmudica, dunque della tradizione ebraica: chi uccide una vita, uccide l’umanità; chi salva una vita, salva l’umanità intera. Invito tutti a leggere e rileggere questo testo ( tinyurl.com/papaimam ), per avere la prova che sulle righe storte del nostro mondo Dio continua a scrivere (e far scrivere) diritto.