Quei controlli senza gentilezza e una lezione da tener cara
Caro direttore,
pomeriggio del 2 gennaio 2020. Io e mia moglie siamo all’aeroporto di Malpensa per rientrare a Catania. Indossiamo gli stessi abiti e le stesse scarpe che avevamo due giorni prima, quando siamo partiti. Siamo entrambi quasi ottantenni, ai controlli abbiamo avuto un po’ di disagi e una assoluta mancanza di gentilezza e di considerazione per la nostra età avanzata. Nel mio trolley c’è lo stretto necessario: schiuma da barba, rasoio usa e getta, collutorio e dentifricio entro i limiti dei 100 ml, sempre passati regolarmente a precedenti controlli, eppure uno dei controllori me lo fa aprire e svuotare! Sono stato costretto a poggiare sul banco – dove si poggia di tutto e di più – pigiama e indumenti intimi. Quello che non riesco a descrivere, probabilmente perché il mio animo lo rifiuta, è stato l’atteggiamento quasi da bimbo dispettoso e sardonico che questo signore ha tenuto nei miei confronti. Può avere forse influito sul suo atteggiamento l’avergli fatto notare poco prima – con molto garbo – l’assoluta inosservanza delle più basilari norme igieniche quando ci hanno fatto togliere le scarpe facendocele poi porre nei cestelli dove tutti noi passeggeri poniamo anche giacche e cappotti, sciarpe e borsette?
Diversi anni fa, caro amico, ho imparato, a mie spese, non a Malpensa ma in un aeroporto tedesco che con gli addetti ai controlli preimbarco è del tutto inutile e controproducente avanzare obiezioni o anche solo sollevare il sopracciglio. La cortesia attenta di parecchi di questi preziosi addetti alla nostra sicurezza, in seguito, mi ha riconciliato con la categoria, rafforzandomi nella consapevolezza che contano le persone e che in ogni situazione, in ogni ruolo e in ogni piccolo o grande esercizio di potere sono gli uomini e le donne a fare la differenza. Mi spiace, comunque, per la sua traversia che – sempre per esperienza personale – immagino sia stata accompagnata da un senso di umiliazione e di impotenza. Oso darle un consiglio: se ne liberi definitivamente con un sorriso e metta da parte quell’amarezza come un piccolo, ingiusto sovrapprezzo del volo verso casa.