Il direttore risponde. Piccola, esemplare, storia di maturità (Quei voti ingiusti a scuola e nella vita...)
Caro direttore,
quanti voti di maturità sono sbagliati e quanto spesso sono ingiusti, io stesso che contribuisco a darli mi sento spesso in errore, vedo materializzarsi un numero che mi appare inadeguato a esprimere quello che un ragazzo o una ragazza conosce. Per questo di fronte ai voti di maturità provo spesso disagio e anche indignazione, in primis a quelli che io stesso attribuisco. Oggi una mia studentessa mi ha dato una bella lezione, che terrò cara. Il suo voto di maturità è assurdo, non sa rendere ragione di quello che ha imparato. Eppure, mentre io pensavo che questo giustamente scatenasse tutta la sua rabbia per l’ingiustizia di cui è stata vittima, ho trovato una reazione del tutto opposta: un giudizio. Infatti, questa ragazza alla mia sottolineatura dell’ingiustizia ha risposto: «Ma prof io sono cresciuta!». Questo è l’unico giudizio che si può dare su una ingiustizia, la certezza di essere cresciuti, la certezza che quello che si è imparato ha fatto crescere la propria umanità. Questa certezza vale più di un cento e lode, perché significa che la scuola ha toccato la vita. E questo rimane, questo rende capaci di essere protagonisti della propria storia. Oggi io, insegnante, io che tendo a essere indignato per gli errori e le ingiustizie di un sistema che non funziona bene, ho ricevuto una lezione indimenticabile da una ragazza che mi ha detto a chiare lettere che vi è qualcosa più forte delle ingiustizie, la propria umanità che in un rapporto vero è cresciuta!
Gianni Mereghetti, Abbiategrasso