Cure domiciliari. Per i non autosufficienti approviamo la legge delega
Caro direttore,
ho seguito con attenzione Ci molti e approfonditi articoli che 'Avvenire' sta dedicando al gran tema della non autosufficienza per età e altre condizioni. E ho molto chiaro che nei prossimi anni l’Italia diventerà il terzo Paese al mondo con il maggior numero di persone anziane, dopo il Giappone e la Spagna. Vivere più a lungo, in Italia, non significa vivere meglio. Secondo l’ultimo rapporto di Commissione e Consiglio Ue l’aspettativa di vita sana a 65 anni è di 9,5 anni in Italia, al di sotto del livello medio Ue27, che è di 9,9 anni. Il Covid-19 ci ha rivelato quanto abbia sofferto la popolazione anziana e quante inefficienze esistano nelle nostre strutture sanitarie e sociali e nei contesti della vita quotidiana.
Serve anzitutto una svolta culturale che consideri l’età anziana una fase importante della vita, ricca di speciali risorse umane, sociali e culturali. Dobbiamo promuovere politiche pubbliche che valorizzino la stagione della vita anziana. Dobbiamo promuovere l’invecchiamento attivo attraverso stili di vita salutari, facile accesso ai servizi sanitari e sociali, contesti urbani e dei piccoli centri che prevedano abitazioni adeguate, l’accesso alla mobilità, luoghi di socializzazione, la partecipazione attiva alla vita della comunità valorizzando competenze e promuovendo la solidarietà tra le generazioni.
Su 9 milioni di persone con oltre 75 anni che vivono in Italia, (dati Istat 2019) 2,7 milioni sono in condizioni di non autosufficenza, 1,2 milioni dichiarano di essere soli, o in famiglia senza adeguati sostegni e senza adeguata protezione, 100mila sono gli anziani soli e poveri. La sofferenza delle persone anziane e delle loro famiglie è dunque uno dei problemi sociali più rilevanti, dentro il quale si annidano solitudini e gravi diseguaglianze. Per questo ho posto questo tema come una priorità dell’agenda politica e di quella del governo. Anzitutto prevedendo all’interno del Pnrr un’apposita 'Legge quadro di riforma per gli anziani non autosufficienti'.
Nella Legge di Bilancio 2022-23 abbiamo introdotto i primi Livelli essenziali delle prestazioni sociali per la presa in carico delle persone non autosufficienti che ora trovano una concreta attuazione nel Piano nazionale per la non autosufficienza, condiviso con le Regioni e gli Enti locali e che stanzia 2,6 miliardi di euro nel triennio 2022-24 al fine di promuovere: l’assistenza domiciliare, i servizi di sollievo per le famiglie, le nuove forme dell’abitare solidale, la formazione delle e degli assistenti famigliari. Lo scorso 20 gennaio ho trasmesso alla Presidenza del Consiglio una proposta di legge elaborata da una apposita Commissione da me istituita, con il concerto del Ministero della Salute, che ho voluto titolare 'Norme per la dignità delle persone anziane e per la presa in carico delle persone non autosufficienti'.
Questo testo, insieme alle proposte avanzate da altre Commissioni governative e dalla importante Rete per la non autosufficienza che riunisce molte associazioni e forze sociali, è alla base di un testo unificato che mi auguro possa ancora essere approvato dal governo in carica. Il testo prevede: un Sistema Unitario per la Non Autosufficienza che sia coordinato dalla Presidenza del Consiglio; finanziamento pubblico del sistema con lo stanziamento di adeguate risorse per i Leps e i Lea; promozione della integrazione sociosanitaria prevedendo i Distretti Sociali accanto ai Distretti Sanitari; semplificazione delle procedure per vedere riconosciutala condizione di non autosufficienza e per poter accedere ai diritti riconosciuti attraverso il Punto Unico di accesso che deve avere sede presso la Casa di Comunità; Progetto Personalizzato definito sulla base di un approccio biopsicosociale, con la partecipazione attiva della persona, della famiglia, delle reti di solidarietà presenti sul territorio e gestito da un team di professioni sociali e sanitarie; il Budget di cura e di assistenza, che contenga le risorse adeguate per finanziare il progetto personalizzato, incentivando il ricorso ai servizi sociali e sanitari; il riconoscimento del caregiver famigliare con adeguate tutele; l’adeguata formazione del personale socio sanitario, a partire dalle assistenti famigliari anche incentivando contratti di lavoro regolari; la creazione di nuove forme dell’abitare solidale per combattere ogni forma di solitudine e di emarginazione, per consentire alle persone di vivere in compagnia.
La riforma delle Rsa per promuovere al loro interno la cultura della personalizzazione dei servizi e della domiciliarità. Questo è il perimetro ampio e sfidante che il nostro Paese è chiamato ad affrontare per rendere adeguato il sistema di cura per la popolazione anziana. Rispetto a questo obiettivo, complesso ed importante, sono orgoglioso dello sforzo e dell’impegno del mio Ministero finalizzato a una tempestiva approvazione del ddl di riforma. Sono convinto infatti che si tratti di un investimento importante e capace di generare ricadute culturali, economiche, occupazionali molto positive per tutto il sistema Paese. Una occasione di progresso civile e di sviluppo da non perdere. Cordialmente
Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali