A voi la parola. Per battere la violenza: umanità, non incertezze
Rispondo in estrema sintesi, caro amico. 1) Purtroppo è così: la nostra società è violenta perché abbiamo spettacolarizzato e banalizzato la violenza (nei gesti, nelle parole, nelle relazioni) e spesso la assolviamo, autoassolvendoci senza vero pentimento. Ma questo non cancella le responsabilità dei singoli e neanche le annacqua. 2) È lecito tenere aperte sino a tardissima notte, cioè a mattina, perché la legge lo consente, ma è sbagliato. Lei evoca il perché. Su “Avvenire” lo scriviamo e documentiamo da anni, e anche io non ho cambiato opinione. 3) Voglio sperare che «i nostri politici» si rendano conto di quanto seria e urgente sia la questione giovanile nel nostro Paese. Una questione nella quale si intrecciano i fili dell’educazione umana, dell’apertura di idee e della saldezza dei grandi valori di riferimento, del lavoro. Lo spero, ma come lei – lo sento, lo so – non ne sono affatto certo. Ma più passano gli anni più mi diventa chiaro che il contagio arrogante della violenza si vince con l’umanità (che noi cristiani chiamiamo «vita buona» praticata, comunicata, donata), non con le incertezze.