Mai come in questi anni si è parlato e straparlato di pedofilia, mai i pedofili sono stati più arroganti. E mai come in questo tempo (che è anche e sempre più "digitale") hanno commesso violenze e sconcezze e concluso criminali affari in modo più facile, pervasivo, persino ostentato. Torniamo a documentarlo oggi con uno dei dossier periodici che dal 2009 proponiamo su "Avvenire".
Lo facciamo con grande fatica umana e professionale. Perché la piaga è aperta e ripugnante. E perché la reazione continua a mancare. Non manca il contrasto, sia chiaro, anche se resta diseguale per convinzione e strumenti nelle diverse parti del nostro mondo. Ma non si vede ancora una svolta, efficace e giusta.
Quanto ci vorrà perché l’Onu, magari ispirato dall’Unicef, convochi una grande Conferenza internazionale che smascheri definitivamente questo turpe mercato e mattatoio di innocenza? Quanto ci vorrà perché la liberazione dall’incubo che sconvolge e mortifica la vita di bambine e bambini diventi uno degli «obiettivi» di civiltà condivisi, proclamati e perseguiti da tutti gli Stati?