Gran Bretagna. Pedofilia, il caso che fa tremare Londra
L’hanno chiamata operazione "fairbank". È un’indagine di Scotland Yard su se stessa, ma soprattutto su una vergognosa verità che sfida i palazzi della politica e rimescola la sintassi di un trentennale presidio di autoconservazione tra pezzi dello Stato. Cucita a doppio filo da un’oscena intesa con burocrati e polizia ai più alti livelli istituzionali, Fairbank è soprattutto un viaggio infernale nel girone della pedofilia del Regno Unito; corruzioni, silenzi e verità che stanno scuotendo gli ordinamenti britannici dalle loro fondamenta. E se da una parte il premier inglese David Cameron lo ha definito un mostro diffuso «su una scala industriale», dall’altra emergono ripugnanti elementi investigativi che lambiscono molti nomi noti dei Tory (il partito conservatore al potere). Tra gli altri, Leon Brittan, Anthony Blunt, Nicholas Fairbarn e Sir Peter Morrison, quest’ultimo l’uomo più importante accanto a Margaret Thatcher. Si parla d’incontri avvenuti a Londra, ma non solo. Politicamente devastanti – un nome che sta emergendo è quello di un consigliere speciale delle campagne elettorali proprio del leader Cameron – alcuni rapporti e festini hardcore – coinvolti bambini fino a 9-10 anni d’età – sono stati consumati a soli due passi dal Parlamento, negli appartamenti di Dolphin Square, a Plimco. E alla Elm House. Giovanissimi dati in pasto ai potenti e a molti Vip. Un giro che sarebbe stato protetto, secondo gli inquirenti, «dall’indubitabile collusione con i vertici della "Met"» – la polizia londinese – e uomini dei servizi. Charles Napier è stato arrestato lo scorso dicembre. Uomo molto vicino al cancelliere per il Tesoro, George Osborne. Una mina pronta a scoppiare, parlare e squarciare il muro di gomma inglese. «Tutti sapevano – spiegano fonti dei servizi in contrasto con Scotland Yard – tutti sapevamo di Leon». Leon Brittan, morto lo scorso gennaio, "pezzo da 90" del partito e figura chiave di Margaret Thatcher per l’Irlanda del Nord durante il conflitto. Sembra che anche la Cia e l’intelligence russa sapessero tutto e la copertura sarebbe saltata a causa di un ricatto dagli ambiente del Cremlino per «ottenere uno scambio d’informazioni». In mezzo, noti personaggi pubblici della televisione e del teatro.
Lanciata nel 2012 da un super organo indipendente di controllo sulla polizia, Ipcc, l’inchiesta adesso stringe la sua tenaglia attorno a 14 casi: «Uomini e abusi sessuali. Un sistema corruttivo di gravissima natura». Un caso che lambisce Downing Street. «Rivelazioni assolutamente enormi», spiega Peter Saunders, il direttore esecutivo della National Association for People Abused in Childhood (Napac), che aggiunge: «I nostri assistiti accusano persone di "altissimo profilo istituzionale"». Politici di primissimo piano, indicati come frequentatori di giovanissimi negli appartamenti di Dolphin Square. Ma chi sapeva finora ha taciuto. E pochi altri sono stati "silenziati" dalla stessa Met, perché «quei funzionari erano troppo vicini a persone molto importanti». Tutto questo compare in un documento trovato all’indirizzo di un organizzatore, un noto e ben conosciuto pedofilo che «collega individui importanti nella City», tra cui parlamentari e alti funzionari di polizia. Depistaggi, rimozioni di nomi e fortissime pressioni per evitare qualsiasi fuga di notizie. La più recente di queste torbide storie indica una violenza sessuale su ragazzini di 12-14 anni da parte di deputati, con successivo e puntuale insabbiamento. L’anello degli abusi, quindi, passa alla Met, ma alcuni suoi funzionari avrebbe abusato a loro volta dei minori in cambio di una «benevola sorveglianza degli incontri» a Plimco.
L’onda tuttavia è in moto e due importanti parlamentari laburisti a Westminster, Tom Watson e Simon Danczuck, chiedono al primo ministro di garantire l’anonimato e l’impunità ai quei funzionari di polizia che decideranno di testimoniare davanti alla commissione d’inchiesta. A fare eco la stessa ministra degli Interni, Theresa May, che, appellandosi all’Official Secrets Act, «spera nell’immunità» per quei poliziotti che decideranno di parlare. E dalle carte emerge che chi nella stampa ha provato ad alzare la testa in questa storia ha sempre rischiato di morire. Perché, nel corso di tre decenni, sono state molte le minacce di morte verso quei giornalisti investigativi che si sono avvicinati al sistema dei pedofili di Westminster. Una barriera eretta fin dalla metà degli anni 80. Sir Cyrial Smith, una figura di spicco tra i liberali britannici, deceduto nel 2010, promise prematura morte a un cronista che svolgeva un reportage sotto copertura. Poco dopo, l’abitazione e l’ufficio del giornalista furono energicamente perquisiti dalla polizia, che distrusse tutti i documenti raccolti, carte che avrebbero potuto inchiodare il pingue Sir Smith.
Ma non c’è solo Londra, «nella scala industriale» del caso citata dal premier Cameron. Sotto i riflettori c’è anche l’Irlanda del Nord: nonostante o a causa del processo di pace, che permette alle formazioni paramilitari di esplorare nuove sorgenti illegali di denaro facendo crescere a dismisura il fenomeno della prostituzione minorile. Secondo il dossier pubblicato lo scorso 14 novembre a Belfast dalla professoressa Kathleen Marshall, commissario speciale per i diritti dei bambini e minori, alcuni membri del lealismo armato in Ulster usano il loro potere nelle comunità per ricattare ed ottenere prestazioni sessuali dalle giovanissime. «Sanno di poterla fare franca e si considerano al di sopra della legge», ha detto il ministro della Sanità della provincia britannica, l’unionista Jim Wells. Accanto ai paramilitari, sono coinvolti agenti di polizia molto vicini agli ambienti lealisti. Ma nella lista brillano anche le forze speciali inglesi di stanza nelle Sei Contee nord irlandesi. «Sono 145 i casi di abuso su minorenni evidenziati negli ultimi tre anni, ma sappiamo con assoluta certezza che abbiamo scoperto solamente la punta dell’iceberg». Tre di queste violenze sessuali sono state compiute all’interno di una nota caserma dell’esercito. Tuttavia, il fenomeno sta crescendo – spiega la professoressa Marshall – «soprattutto a causa della diffusione nell’uso dei social network». Da Kik a Tumblr, la lista delle piattaforme web digitali "fuori controllo" è lunga e in continuo aumento.
Per questa ragione il dossier tende a precisare che sono evidenti le differenze con i casi di Londra, Rochdale Rotherham, nel quadro dell’organizzazione e delle peculiarità d’incontro tra l’adulto e il minore. Non sarebbero, per ora, implicati politici, e da Belfast al mid-Ulster le ragazze coinvolte sono costrette a ripagare, attraverso prestazioni sessuali, dosi di cocaina e droghe sintetiche. «Organizzati in case diverse da quelle dei genitori, gli "house-party" coincidono – sovente in maniera consensuale, precisa Kathleen Marshall – con il momento in cui avviene lo scambio tra l’adulto e la minore. I paramilitari forniscono gli stupefacenti e schermano il passaggio di denaro e di altri regali alla moda, come vestiti. «Siamo lontani dalla capitale – spiega una nostra fonte nazionalista –, qui la connivenza tra polizia, esercito e paramilitari è inestricabile, forse più che a Londra». Una sinistra collaborazione che si attua con la cosiddetta "seconda divisione" della Psni, la polizia britannica nelle Sei Contee, profondamente partecipe per affinità culturali ed identitarie alle vicende dell’enclave protestante e lealista. Essa svolge in collaborazione con i servizi segreti il lavoro d’intelligence nella provincia. Si sarebbe così creata una zona grigia formata da individui direttamente ingaggiati per contrastare gli elementi radicali e fuori controllo dell’Ira (l’esercito repubblicano irlandese). In tale zona grigia, in cui non valgono le regole ufficiali, agirebbero membri del lealismo più dediti al traffico di droga che alla lota politica e appartenenti all’MI5 (i servizi segreti inglesi). Un fiancheggiamento che risponde a un movente sciagurato: quello di salvaguardare un mega-sistema prostitutivo di minori, nascosto agli occhi di una città come Belfast, in cui anche i muri hanno orecchi.