Opinioni

La parata. Parte della guerra è l'esibizione di potenza e perfezione formale

Ferdinando Camon mercoledì 11 maggio 2022

Abbiamo ancora negli occhi la visione della parata militare nella Piazza Rossa, e ci domandiamo a cosa è servita, cosa ha comunicato ai russi e al mondo, perché si è fatta. Perché si fa una parata militare? Per mostrare al mondo la potenza, e rinforzare nell’esercito e nel Paese l’unità.

Un esercito che sfila è una macchina, e la macchina comunica un senso di obbedienza totale, fino alla fine, e dunque di inarrestabilità. Il soldato che marcia dentro un esercito che marcia si sente parte di un tutto in sintonia, e sente che il tutto è invincibile. Lui deve obbedire, non deve dissentire. Nel film “I giovani leoni” c’è Marlon Brando tenente a rapporto con Maximilian Schell capitano, tutt’e due nell’esercito tedesco, mentre i due si parlano si sentono nella stanza di là delle urla di dolore, e Brando d’istinto apre la porta per vedere. “Chiuda la porta, tenente!”, “Io non credo che si possa cambiare il mondo torturando i prigionieri”, “Quello che crede lei non conta. Il soldato tedesco è invincibile perché obbedisce agli ordini. A tutti, per sgradevoli che possano essere”.

E mentre dice questo, Maximilian cala verticalmente la mano destra, stringendo a cerchio pollice e indice. L’obbedienza totale si ottiene riducendo il soldato ad automa, insegnandogli a uniformarsi, stare in riga, scattare sull’attenti, salutare all’arrivo, salutare alla partenza, salutare per primo, confermando a sé stesso che è un inferiore e lo sa, di fronte ha un superiore e di fianco al superiore ha l’autorità suprema, la bandiera. Quando tu, inferiore, entri nella sede del comando, devi cercare subito con gli oc- chi dov’è la bandiera, e salutarla per prima, poi ti volterai verso il superiore e lo saluterai per secondo e gli parlerai: solo da quel momento le tue parole saranno lecite. Quando avrai finito il colloqui0 col superiore, potrai staccarti da lui, ma seguendo l’ordine inverso a quello che hai seguito entrando: saluterai prima l’ufficiale e poi la bandiera.

La bandiera è il simbolo di tutto, perché riassume la storia. A Mosca, dove s’è appena svolta la maxiparata nel ricordo della maxi-vittoria sul nazismo, allora, nella prima celebrazione della vittoria, venivano portate anche le bandiere del nemico, ma capovolte, a strisciare nel fango. Al tempo dei Romani venivan fatti sfilare anche i nemici catturati. Per fortuna questo punto della parata è sparito. Tra i Romani e noi s’è inserito il Cristianesimo, e in fatto di vincitori e vinti, prigionieri e schiavi, esaltazione e umiliazione, molte cose son cambiate. Oggi la parata è celebrazione della tua vittoria, non dell’altrui sconfitta.

E fai sfilare il tuo esercito che ha vinto, in modo che con il suo ordine, la sua geometria, la perfezione dei suoi movimenti, dimostri ancor oggi che meritava quella vittoria di ieri, e faccia capire a tutti che meriterà quella vittoria domani. C’è chi ha visto il sorgere del nazismo nelle maestose sfilate della Wehrmacht a Norimberga. Non mi metto fra questi, la nascita del nazismo la vedo in altri fenomeni, ma quando poi vedo i docufilm della Riefenstahl mi pongo il problema: sono adunate mistiche. Perciò alla domanda: serve alla crescita della potenza russa la parata di due giorni fa?, rispondo: Sì. Putin voleva questo e questo ha ottenuto.