Il direttore risponde. Parlare chiaro e metterci la faccia: la svolta (senza scampo) di Matteo R.
Caro direttore,
i commenti dei "media" (stampa, televisione, organi di partito) sul programma di lavoro che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato in conferenza stampa, sono stati un’utile dimostrazione di quanto poco serio sia il mondo della comunicazione in Italia. «Premier Vanna Marchi» e «venditore di pentole» sono i commenti più benevoli. Poi si scopre che Renzi ha copiato Obama (ma guarda un po’, il presidente "prestigioso" della prima potenza mondiale! Può essere un complimento o un’ulteriore facezia?). Chi ha dimestichezza con le strategie di comunicazione sa che, oltre al contenuto, è il modo con cui si comunica che permette di trasferire conoscenza a chi ascolta. Ora in questo Paese sonnolento, abituato alle vacuità del "politichese", ci si stupisce, a fronte della chiara presentazione di un programma, che si possano dire le cose e i fatti con semplicità. Mi auguro che questo nuovo "imbonitore" possa davvero dare una svolta alla politica italiana, con buona pace degli irridenti comunicatori di professione.
Vittorio Tesio