«Par condicio» impossibile sulle foibe, misuriamoci con la verità delle vittime
Caro direttore,
sono una fedele lettrice di ' Avvenire', un giornale che apprezzo soprattutto per l’impegno di verità che si prefigge e persegue con coraggio. Per questo motivo mi ha tanto sorpresa trovare l’articolo «Giorno del Ricordo. Foibe, il pasticcio di Cologno Monzese» di Lucia Bellaspiga. L’articolo è decisamente di parte. Premetto che per professione e per passione mi occupo di didattica della storia e che abito a Cologno Monzese, per cui ho seguito la vicenda trattata dalla vostra giornalista con interesse. Da quando si è insediata la giunta attuale, con sindaco Angelo Rocchi della Lega, nel giugno 2015, il Comune ha patrocinato alcuni eventi e programmi 'culturali' controversi. Il programma 'Crescendo in Comune' per l’anno scolastico 2018- 2019 vede un unico laboratorio di storia, nella sezione 'Educazione civica', organizzato dalla Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) dal titolo 'L’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia e la tragedia delle foibe'. Anche in occasione della Giornata del Ricordo del 10 febbraio, la Giunta ha preparato un ricco programma di incontri ed eventi, caratterizzati da una grande tenuta ideologica: dal controverso film 'Rosso Istria' (da più parti ritenuto denso di errori storici) agli incontri per le scuole, nessuno spazio è concesso a qualche voce diversa, che aiuti a fare luce su un periodo storico molto complesso e troppo spesso utilizzato dalle parti politiche per fare discorsi tendenziosi a fine propagandistico. La conferenza 'Le foibe nelle complesse vicende del confine orientale ( 1920- 1947)', organizzata dalla Refe antifascista con la partecipazione della storica Claudia Cernigoi, sarebbe stata, a mio parere, una grande opportunità di conoscenza e confronto. Ciò che è accaduto è che l’autorizzazione all’uso della sala pubblica è stata regolarmente concessa lo scorso 15 gennaio dal funzionario di turno. Dopodiché, il consigliere Lorenzo Corradini, eletto come esponente della Lega e poi passato a CasaPound Italia e membro del gruppo che sostiene la maggioranza in Consiglio Comunale, si è accorto della cosa e ha presentato una mozione per il ritiro della concessione, cosa puntualmente avvenuta il 1° febbraio. Che la vostra giornalista, tacci di ' negazionismo' l’operazione di ricostruzione storica della Cernigoi mi inquieta: il termine 'negazionismo' è precisamente riferito a chi nega la catastrofe della Shoah, come fanno i militanti di CasaPound, non ad altre circostanze. E se pure lo si volesse estendere ad altro, leggendo gli studi della Cernigoi non si vede alcuna affermazione che ' neghi' la realtà storica, documentata e dimostrata da evidenze. Mi fermo qui, perché ho già approfittato della sua attenzione troppo a lungo. Se desidera, sono a sua disposizione per fornire altre informazioni da questa città, così bella e così piena di contrasti. Spero comunque che voglia rassicurarmi sull’intenzione del suo giornale di continuare, dopo questa scivolata, a perseguire la verità, a qualunque costo, sempre. Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro
Caro direttore,
non finirò mai di ringraziarla abbastanza per la sensibilità che dimostra sempre nel dare voce, attraverso 'Avvenire', alla storia degli esuli istriani, fiumani e dalmati nel Giorno del Ricordo e non solo. Lucia Bellaspiga è giornalista brillante che, come pochi, conosce le nostre vicende. Purtroppo ogni anno si ripete, con puntuale tempismo, l’intrusione di personaggi negazionisti, riduzionisti e giustificazionisti, che inquinano e turbano il normale svolgersi delle commemorazioni delle tragedie consumate alla fine della Seconda guerra mondiale. Espliciti apologeti di Tito trovano ampio spazio e un uditorio attento e sensibile presso alcune sedi dell’Anpi o presso Istituzioni comunali convinte, in buona fede, di ospitare persone che commemorino le 'nostre' tragedie. Non si è mai verificato che per fare memoria della Shoah si dia voce, per par condicio, a elementi filonazisti. È un forma di pari opportunità che noi esuli istriani fiumani e dalmati riteniamo anomala, ma soprattutto inaccettabile. Ricordo che la legge contro il «negazionismo» riguarda non solo la Shoah, ma «i crimini di genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra». Già nel 2015, in un dibattito per il Giorno del Ricordo, ho sentito affermare dall’onorevole Luciano Violante che la legge deve riguardare anche chi ancora nega o in modi subdoli giustifica, «motivandola», la tragedia delle foibe. Motivare significa cercare i 'motivi', quindi c’è chi pensa che possano esserci davvero dei motivi per infierire contro una popolazione civile. Davvero siamo ancora a questo livello di... civiltà? Nella storia dell’umanità potremmo sempre trovare dei ' motivi' per cui sono successi i drammi, dalle guerre alle persecuzioni, dalle purghe staliniste alla follia nazista, ma evocarli nei vari Giorni delle tristi Memorie è operazione crudele e pericolosa, perché ai nostri giovani insegna non il 'mai più', ma che in fondo ce la siamo voluta o meritata. Mio padre era un bottegaio di generi alimentari che mai aveva vestito la camicia nera, una notte che ricordo bene partigiani di Tito lo trascinarono via da casa dicendo che dovevano ' interrogarlo'. Giace tuttora nel fondo di una foiba, accusato di essere «italiano, fascista e sfruttatore del popolo»: davvero, come sostiene la signora Claudia Cernigoi quando 'motiva' le Foibe, doveva pagare le colpe del fascismo? Quindi tutti i padri di famiglia di tutta Italia andavano eliminati nel dopo guerra, visto che in tutta Italia si era imposto il fascismo… Quanta tristezza. Bene ha fatto il sindaco di Cologno Monzese a evitare lo scempio di un Giorno del Ricordo di tal genere, e sono certo che lo abbia fatto prendendo in considerazione il nostro appello e le nostre preghiere, non certo - come soprattutto sul web si sostiene - le rimostranze di CasaPound, che non ci rappresenta in alcun modo. Noi siamo apartitici, amici di chiunque voglia ascoltarci, stanchi di chiunque ci voglia strumentalizzare o addirittura infoibare una seconda volta, insultando i nostri cari defunti.
Ho dovuto ridurre entrambe le lettere, dense e lunghe. Ma sono colpito dal calore che, nella loro diversità, comunicano. Così come per le serrate e civili argomentazioni che propongono. Ho dovuto tenere per me molte altre lettere sullo stesso argomento, quasi tutte – lo sottolineo – all’insegna della sensibilità espressa da Piero Tarticchio. Pubblico soltanto queste due, opposte, perché mi consentono di spiegare ancora una volta che non c’è alcuna 'par condicio' da applicare nella lettura della tragedia delle foibe e dello sradicamento degli italiani dell’Istria e della Dalmazia dalle loro case e da terre che, per secoli e secoli, sono state indubitabilmente anche loro. La verità, per quanto ci riguarda, è drammatica verità delle vittime, che alle vittime rende giustizia. E non ci sono mai motivazioni possibili e accettabili per stragi e sistematici assassinii, come quelli ordinati e condotti dai miliziani comunisti di Tito, perpetrati per odio etnico, politico e anche religioso. Alla professoressa Favalli, posso assicurare che le nostre fonti di informazione sono limpide e che la nostra inviata speciale Lucia Bellaspiga è sia un’esperta cronista sia una profonda conoscitrice dei fatti a cui ci riferiamo oltre che della linea interpretativa (quantomeno giustificazionista) di quegli stessi eventi elaborata da Claudia Cernigoi. Amo il contraddittorio, non sopporto i monologhi, e condanno i misfatti che fascisti e loro sodali locali commisero nella (ex) Jugoslavia, ma sul punto della 'celebrazione' del Ricordo degli infoibati da parte di chi non considera quegli eccidi un crimine contro l’umanità degno di memoria condivisa la penso come il dottor Tarticchio, che bene fa a rigettare l’abbraccio interessato di autoproclamati 'fascisti del terzo millennio': nessuno permetterebbe a un neonazista o a pur raffinato negazionista di 'spiegare' i campi di sterminio. Proprio come nessuno accetterebbe che un colto fondamentalista islamico provasse a 'motivare' con altri cruenti fatti storici lo sgozzamento di proclamati 'infedeli'. Sono immagini dure e ruvide, me ne rendo conto, ma aiutano a capire quali sono le vere 'scivolate' (e i deragliamenti) che non ci si può permettere. La ferita terribile alla nostra umanità rappresentata dalla premeditata uccisione di massa di migliaia di persone infoibate – ferita troppo a lungo trascurata per ignoranza, sottovalutazione o mistificazione – reclama chiarezza, e nessunissima ambiguità. Esattamente come impone di smascherare ogni strumentalizzazione, che si tratti di Casa Pound (et similia) o di negazionisti comunque vestiti o travestiti. Insisto: nessun ingiustizia subita e nessun crimine può mai giustificarne un altro, tanto meno la persecuzione di innocenti. E senza verità e onestà di intenti e di ascolto delle vittime non c’è pace né riconciliazione.