Cittadini che capiscono. Padroni anche dei numeri e di un'economia più giusta
«Chiamo uomo chi è padrone della sua lingua». Lo scriveva, nel lontano 1965, don Lorenzo Milani, inventore di quel coraggioso e riuscito esperimento che conosciamo come 'scuola popolare di Barbiana'. Oggi, più che mai, occorre completare l’intuizione del profetico sacerdote aggiungendo che, oltre a padroneggiare le parole, tutti – a partire dai più giovani – dovrebbero acquisire un’analoga dimestichezza con i numeri. Vale a dire con i meccanismi economici di base che hanno a che fare con la vita quotidiana.
Provo a dirlo in modo più diretto, da papà prima che da professore. Bocconiani e laureati in Economia a parte, quanti degli studenti che ogni anno le nostre università immettono nel mondo del lavoro sanno leggere correttamente la busta-paga? Ancora. Chi di loro saprebbe destreggiarsi con una dichiarazione dei redditi (posto che anche per gli adulti – io sono fra questi – rimane qualcosa di vagamente impenetrabile)? E quanti di coloro che indossano costose sneakers ai piedi saprebbero ricostruire, almeno per sommi capi, il ciclo produttivo delle stesse e i compensi attribuiti alle diverse categorie di persone coinvolte? Non credo siano domande oziose. Men che meno oggi, all’indomani di The Economy of Francesco, che il Papa ha voluto proprio per cominciare a modellare, dal basso, un sistema economico alternativo. Va proprio in questa direzione l’appello che il 19 giugno 2019, su queste colonne, veniva lanciato da Leonardo Becchetti, uno degli economisti cattolici di punta, e da Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Tale meritoria iniziativa, come i lettori di 'Avvenire' ben sanno, ha preso il nome di Saturday for Future'. Scrivevano i promotori: «E se i giovani di Fridays for Future che si sono mobilitati in tutto il mondo per chiedere agli adulti e alle istituzioni di 'non rubargli il futuro' e di costruire un domani sostenibile per il Pianeta coinvolgessero le proprie famiglie nei Saturdays for Future, dedicati a cambiare le abitudini di spesa? Se cioè il sabato, il giorno successivo alla mobilitazione, quando oltre la metà delle persone fa abitualmente la spesa settimanale, si trasformasse per tutti nel giorno a favore della sostenibilità ambientale e sociale?».
Ebbene: è evidente che, in parallelo a un’educazione civica che avvicini i giovani a temi quali il consumo critico, la finanza etica, il turismo responsabile e il rapporto fra processi produttivi e conseguenze ambientali, si rende necessaria una sorta di 'alfabetizzazione economica' di base, che coinvolga gradualmente gli studenti di tutte le scuole. Negli ultimi anni, giustamente, nei progetti educativi rivolti a studentesse e studenti delle scuole di secondo grado si sta mettendo molta enfasi sul tema della cittadinanza e sulla riscoperta e valorizzazione della nostra Costituzione. Mi chiedo: una cittadinanza consapevole può prescindere da una capacità minimale di muoversi con cognizione di causa nella sfera dell’economia? Ho citato la busta-paga, ma gli esempi potrebbero continuare. Quanti giovani, tra coloro che puntano a mettere su famiglia, dispongono delle opportune conoscenze quando vanno a chiedere un mutuo in banca? E dunque, sarebbe così scandaloso o azzardato se anche gli studenti del Classico, oltre a imparare l’aoristo e Platone, si impratichissero di Euroribor e spread? Diciamolo in un altro modo: se, a livello globale, i cittadini avessero appreso un vocabolario minimo – fatto di numeri – la crisi economica che abbiamo conosciuto dal 2008 in qua si sarebbe generata con le medesime modalità? Difficile rispondere. Quel che è certo è che la posta in gioco è alta. «Senza la parola non c’è dignità e quindi neanche libertà e giustizia », ha detto il Papa in visita a Barbiana. Aggiungiamoci i numeri e... il gioco è fatto.
Non c’è ventenne, oggi, che non aspiri a conseguire la patente automobilistica per potersi spostare agilmente e in modo autonomo. Preoccupiamoci, come adulti, che i giovani si facciano anche una 'patente economica' minima. Necessaria per imparare a 'votare col portafoglio' e per provare a costruire, passo dopo passo, un mondo più equo e solidale.