Opinioni

In Niger. Come grido di sabbia. Padre Pierluigi Maccalli rapito da sei mesi

Mauro Armanino sabato 16 marzo 2019

Proprio questa domenica, 17 marzo, sono sei mesi esatti dal rapimento di padre Pierluigi. Un’eternità presa in ostaggio da sconosciuti che una notte di settembre l’hanno portato via. Non sospettavano minimamente la portata del gesto che hanno compiuto: che Pierluigi Maccalli, missionario, diventasse testimone nel silenzio della sabbia del Sahel che lo custodisce come solo lei sa fare. Tracce di Vangelo mai come adesso intessute di assenze crocifisse.

Un esodo di sabbia, come di sabbia sono le parole che accompagnano la traversata del deserto. Una Quaresima prigioniera e dunque dal sapore di terra promessa, che solo da lontano si può scorgere. Come in uno specchio che riflette l’immagine di una sconfitta che porta il sospetto, nascosto, di resurrezione. Sei mesi di vuoto che squarcia le apparenze che assediano la nostra vita odierna.

Prigionieri, in realtà, siamo noi, finti liberi di muoverci, parlare, agire e tradire. E non ci accorgiamo di essere, ormai da tempo, ostaggi delle paure e delle ipocrisie che ci fanno recitare ogni giorno a soggetto. La commedia dell’arte di vivere che abbiamo dimenticato nel copione delle connivenze coi poteri che ci pedinano.

Pensiamo di essere liberi eppure con l’umana tentazione di servitù volontarie che fanno amare catene, gabbie e prigioni. Maccalli è l’unico libero tra noi. Libero di lasciare che la verità torni a scrivere parole di sabbia nelle sue giornate assenti. Lui, testimone della follia e della menzogna della violenza che dal Golgota ha migrato nel Sahel. Anche la Resurrezione, comunque, si trova qui e sei mesi sono tre giorni oppure quarant’anni. Dalla roccia evade l’acqua e dalla sabbia la libertà.

Gridano i sassi e grida la sabbia. Gridano il suo silenzio mentre le nostre, troppo spesso, vane parole sono messe a tacere. Mai come adesso è Maccalli l’unico missionario sepolto nel vangelo di sabbia che poi è l’unico compatibile col Sahel. Le pietre non diventano pane e i regni, visti da qui, sono fugaci e ingannatori. L’essenziale è invisibile agli occhi e proprio per questo Pierluigi è l’unico a vedere la gloria che si nasconde nella povertà. Non è mai stato ricco come adesso, libero e custode dell’unico segreto che solo ai piccoli viene rivelato.

Beati sarete voi quando diventerete ostaggi dei poveri e non salverete nessuno. Il regno di sabbia vi appartiene. Chi ha occhi per vedere, veda e ascolti.
Niamey, 17 marzo 2019