I 60 minuti della Terra: tutto il mondo al buio, Roma spegne il Colosseo. Onu o europee, le Giornate sono mille... Per farsi notare è meglio un’Ora, ma creativa
Umberto Folenasabato 26 marzo 2011
Sessanta minuti a luci spente, al buio, per l’Ora della Terra. Si comincia oggi nel Pacifico, nelle Isole Chatham: le 20.30per loro, l’alba per noi.Aderiscono ben 131 Paesi. In Italia si spegneranno le luci del Colosseo, a Parigi della Tour Eiffel, a Rio de Janeiro del Redentore. L’Ora aveva preso il via quattro anni fa a Sydney, su iniziativa del Wwf. Oggi dovrebbe interessare un miliardo di persone, tutte con il dito sull’interruttore per fare clic e prenderecoscienza che è in gioco una partita, quella del clima, nella quale vince o soccombe la Terra stessa. «Heart Hour è come un Capodanno» ha gongolato a Sydney il direttore globale dell’Ora, Andy Ridley.Piaccia o no, non ha torto. Ma forse la vera intuizione felice è stata nel non indire una Giornata. Mondiale, europea, panamericana, africana, ma Giornata. Le Giornate non sono tante, sono troppe.Infinite. Soltanto quelle mondiali indette dall’Onu (esclusi i suoi organismi) sono 51. Ce n’è per tutti i gusti: dalle più famose, come la Giornata dei diritti umani (10dicembre) e della pace (21 settembre), a quelle che a noi giornalisti più dovrebbero interessare: la Giornata della libertà di stampa (3 maggio), non del tutto ignorata, e la misconosciuta Giornata dell’alfabetizzazione (8 settembre), eppure il nesso tra i due eventi è palese: più analfabeti, d’andata o di ritorno, meno lettori e meno giornali, cartacei e on-line è la stessa zuppa. La Giornata della Riduzione dei disastri e la Giornata della riduzione delle calamità sono vicine e distinte, perché non raggrupparle? Quanto alla Giornata sulla Riduzione delle armi di piccolo calibro (9 luglio), dev’essere la più impopolare, ma se all’Onu avessero il senso dell’umorismo, e gli italiani il gusto del paradosso, quest’anno potremmo solennemente celebrarla a Tripoli. Davvero, meglio passare all’Ora anche perché il calendario è intasatissimo. Oggi, ad esempio, è anche la Giornata nazionale delle allergie, e non dite che riguarda quattro gatti, perché siamo tutti a starnutire; e la Giornata Fai di Primavera, con la "p" maiuscola, così mentre starnutiamo possiamo allietarcivisitando siti ignoti e fascinosi, gravidi di pollini, e ce ne sono un sacco. Domani invece è la Giornata mondiale del teatro, indetta dall’Unesco nel 1948... quest’anno l’Italia non la celebra, forse per non creare false illusioni in attori e registi autoctoni: rispetto a tv paperona, in serie B siete e in serie C vi spediamo, se appena vi lamentate. A rotta di collo: mercoledì prossimo l’imperdibile Giornata mondiale dei formati aperti (Document Freedom Day). Il primo aprile la serissima Giornata italiana della lotta alla distrofia muscolare; il 2 si raddoppia: sensibilizzazione sull’autismo e medicina omeopatica. E così via. È chiaro perché il futuro appartiene all’Ora? Sarà come passare dall’analogico al digitale. Con l’Ora, le sensibilizzazioni si moltiplicano e la creatività esplode, coinvolgente, perché nei fatidici sessanta minuti bisognerà compiere un gesto simbolico. Già qui, ora (nel senso di adesso), desideriamo dare un modesto contributo. L’Ora contro la congestione stradale vedrà, a turno a partire da Detroit, tutte le automobili fermarsi e accostare per un’ora; il problema sarà dove accostare, manon sarà certo una simile inezia a fermare un’iniziativa tanto meritoria. L’Ora contro l’obesità, abbinata alla Mezz’ora contro il sovrappeso, vedrà lungo le 24 ore della giornata, alle 13 locali, tutti gli abitanti del globo saltare il pasto correndo, pedalando o saltellando sul posto (vietate barrette energetiche e maltodestrine) per sessanta minuti, o fino all’esaurimento delle forze.Non abbiamo idea in che cosa potrebbe consistere un’Ora contro le armi di piccolo calibro; e preferiamo non pensare a un’Ora contro quelle di grosso calibro. Nel frattempo, per cavarcela con stile senza sentirci dire che siamo poco sensibili nei confronti di questa o quella nobilissima causa, potremmo seguire l’esempio della Libera Repubblica di Alcatraz, paese virtuale di mattacchioni che sul web conta 144 cittadini e vanta un formidabile Ministero delle relazioni extraterrestri da far felice il nostro Frattini, che sempre più spesso si trova di fronte ad autentici marziani. Alcatraz ha indetto la Giornata mondiale delle Giornate mondiali: per non far torto a nessuno.