Il direttore risponde. Onu-Chiesa, caso serio ma le guerre sono altre
Caro direttore,
complimenti per il titolo di prima pagina dell’Avvenire del 6 febbraio, «Pedofilia, boomerang Onu», e grazie per il suo chiarissimo editoriale. Sono d’accordo con Mimmo Muolo che parla di «scherzo. Di pessimo gusto». Le farò una sintesi di quanto ho capito. Per gli esperti dell’Onu, la scorciatoia per combattere la pedofilia non è contrastare la cultura degli Stati che legalizzano la pedopornografia, che ammettono in Parlamento i partiti che la teorizzano e la propugnano, che computano nel loro Pil il turismo sessuale con i minori, che legalizzano il matrimonio con le bambine..., questo no. A loro basta attaccare la Santa Sede, perché da sempre condanna la pedofilia come uno tra i delitti più gravi, perché ha leggi canoniche severissime per contrastarla, perché ha ribaltato la prospettiva del suo intervento, ponendo la vittima dell’abuso al primo posto. Mi par di capire che per questi personaggi i fanciulli si difendano meglio dalla pedofilia non concependoli; favorendo i rapporti sterili di una serie fantasiosa di gender, ed, extrema ratio, ricorrendo all’aborto. La Chiesa viene attaccata non perché razzola male, ma perché predica bene. Con buona pace dell’Onu.
Francesco Zanettin, Galliera Veneta (Pd)ONU LOCUTA, CAUSA SOLUTA?
Caro direttore,
le Nazioni Unite hanno sentenziato contro la Chiesa le loro accuse per gravi violazioni dei diritti del fanciullo. Pedofilia sistematica, niente meno! Le Nazioni Unite, hanno osato interferire, come mai si sono permesse contro la sovranità di alcun potente del mondo, per deliberare il loro infame verdetto pubblico. Ma quegli improvvidi accusatori non si illudano, il caso non è chiuso. La Chiesa, la 'delenda Carthago' del terzo millennio, saprà solcare indenne il pelago di fango e veleni proveniente da quella supponente Unione di cartapesta. Possibile che oggi chiunque possa permettersi di mettere in stato di accusa la Chiesa? Senza tener conto che in venti secoli, pur con qualche parentesi di chiaroscuro, vanta un bilancio largamente positivo e presenta un mirabile affresco di santità in cui le luci prevalgono trionfalmente sulle ombre?
Umberto T.
PERSONALMENTE OFFESA
Caro direttore,
mi sono sentita personalmente offesa dalla posizione presa da Kirsten Sandberg, presidente del comitato Onu e dalle accuse contro la Santa Sede. Mi indispettisce e mi addolora l’aggressione e l’informazione scorretta su cui si basa il rapporto. Perché negare che c’è stato, da parte della Chiesa, il riconoscimento dei crimini commessi? Perché negare che sono stati presi provvedimenti contro quei criminali? E non si parla solo di accuse, ma si richiama all’ordine la Chiesa intimandole di rivedere le sue posizioni sulla vita e sulla morale.
Chiara Bodrato, La Spezia
REAZIONE FERMISSIMA
Caro direttore,
ora anche l’Onu non si limita ad attaccare su una materia su cui solo la Chiesa ha assunto iniziative concrete, ma attacca frontalmente anche la dottrina cattolica, ponendosi in contrasto con i principi di libertà proclamati dall’Onu stessa. La reazione non può che essere fermissima, come fu fermissimo Gesù nei confronti di scribi e farisei.
Giuseppe Zola
SEGUIRE LA FERMEZZA DEI PAPI
Gentile direttore,
concordo con la valutazione positiva circa la svolta impressa dagli ultimi due papi nella gestione del problema pedofilia. Ma come si concilia tutto questo, e in particolare la «scelta preferenziale per le vittime », con le direttive concrete che avrebbe assunto l’ultima sessione del Consiglio permanente della Cei e in particolare con le parole dette in conferenza stampa dal nuovo segretario generale Galantino: «Non è il vescovo che deve fare denuncia all’autorità civile, in caso di un prete della sua diocesi sospettato o accusato di pedofilia: lui non è né un pubblico ufficiale né un pubblico ministero ... Il ruolo del vescovo è molto più importante ... Lui è il «padre» della vittima come dell’accusato ...»? Dire che sono sconcertato è poco: questo non significa, in pratica, mettere sullo stesso piano vittima e carnefice? La pedofilia – cito il suo editoriale del 6 febbraio – è 'una piaga ripugnante ed estesa' (ma fino a pochi anni fa, l’argomento nella Chiesa era tabù). Forse bisognerebbe che, invece di fare dietrologia e puntare il dito «contro ben note lobby» (così monsignor Tomasi alla Radio Vaticana), i vescovi italiani seguissero con più coraggio la linea indicata dai due ultimi papi. Spero proprio che il testo delle 'Linee guida della Cei' quando sarà ufficialmente pubblicato, risulti diverso dalle anticipazioni che ne sono state date dal suo segretario.
Luigi Santi Amantini
USCITI ALLO SCOPERTO
Caro direttore,
è lampante come l’Onu e le sue emanazioni siano usciti allo scoperto nell’attacco alla Chiesa cattolica. Già da tempo l’Onu ha perso autorevolezza perché palesemente influenzato da lobby ideologiche che vogliono inquadrare la Chiesa come una qualsiasi 'multinazionale'. Questa logica va combattuta dai cattolici senza timore di essere ostracizzati. Nessuno nega l’esistenza dei problemi, ma per amore di verità, si riconoscano anche le azioni intraprese per risolverli. La Verità è un’altra cosa.
Mauro Bezzi, Ferrara
INDIRIZZO DEL COMITATO
Caro direttore,
perché 'Avvenire' non pubblica l’indirizzo email della Commissione per i diritti dei fanciulli in modo che si possa protestare per quanto scritto, che nulla ha a che fare con la lotta alla pedofilia? Non possiamo sempre e solo stare zitti e accettare che altri dicano alla Chiesa cosa deve pensare. Grazie.
Ruggero E.
CONDIVIDO IL RAPPORTO
Signor direttore,
lei scrive ('Avvenire' del 6 febbraio) dell’«esemplare azione contro la pedofilia voluta da Benedetto XVI». Quando? Quando lo scandalo era diventato universale e i tribunali civili condannavano quei preti che la Chiesa spostava in altre parrocchie. Benedetto XVI fu per dieci anni a capo dela Congregazione per la dottrina della fede dove arrivavano le denunce che venivano insabbiate. O non è così? In quanto alla sacralità della vita umana, mi pare di ricordare che la Chiesa cattolica non ha voluto firmare la moratoria contro la pena di morte che molti Paesi prevedono per gli omosessuali. Di sacro sembra ci sia solo la vita del feto.
Olga Foti
ESTERREFATTA DA OSSERVAZIONI
Gentile direttore,
sono rimasta esterrefatta dalle osservazioni espresse dal Comitato Onu sull’operato della Chiesa e soprattutto dalle indicazioni rivolte al Vaticano sui temi di omosessualità, contraccezione, aborto. In particolare quest’ultimo di fatto è per noi espressione di un rispetto totale che non trova riscontro nell’accusa dell’Onu. Equilibrati (e perfino benevoli in alcuni punti) il suo commento, egregio direttore, e gli altri articoli sull’argomento. Sono dimostrazione della vostra linea che non vuole combattere una battaglia ma affermare la verità rimanendo fedeli alla Verità.
Giuseppina M., Portogruaro (Ve)
RACCOLTA FIRME
Gentile direttore,
di fronte alla accuse e intimidazioni di un organismo Onu alla Santa Sede, come sacerdote propongo che si promuova tra i sacerdoti e le persone consacrate una raccolta di firme, dichiarando: 1) La Chiesa cattolica a cui apparteniamo ci invia a fare il bene e non il male, d’accordo al Vangelo. 2) Essendo ognuno di noi maggiorenne, è personalmente responsabile delle sue azioni e ne assume le conseguenze. 3) Sono pertanto ingiuste le accuse rivolte alla Santa Sede, come fosse corresponsabile delle azioni di pedofilia di alcuni tra noi.
Giovanni Case
ACCADUTO SCONCERTANTE
Caro direttore,
mi complimento per il suo editoriale contro le accuse infamanti alla Chiesa, non solo per la pedofilia di alcuni sacerdoti, ma anche e soprattutto per opporsi alle unioni fra omosessuali e all’aborto.
Felice Manzoni
PROVA DI DISINFORMAZIONE
Gentile direttore,
la Commissione Onu dei diritti dell’infanzia ha dato una eccellente prova di disinformazione perché ha ignorato quanto la Chiesa sta facendo da anni per impedire il ripetersi di casi di abusi su minori. Altra palese deformazione è la rappresentazione della Chiesa cattolica come principale responsabile degli abusi sui minori, ben sapendo invece che il triste fenomeno è presente in tutte le istituzioni. Giova inoltre ricordare che certi 'moralizzatori' poco o nulla fanno per reprimere la pedofilia perpetrata in modo massiccio mediante il cosiddetto 'turismo sessuale' verso i Paesi poveri, che riguarda anche Stati aderenti alla Convenzione Onu.
Jacopo C.
SOLIDARIETÀ ALLA CHIESA
Caro direttore,
di fronte ad un attacco tanto bugiardo e violento mi viene in mente una scena di un film su Padre Pio in cui Satana si scaglia con odio rabbioso verso il santo. Mi coglie un certo sgomento, ma poi penso che 'non prevalebunt' e torna la serenità. Vorrei comunque esprimere tutta la mia solidarietà alla nostra amata Chiesa, dai più semplici battezzati al Papa. Con grande stima
Agnese Piccapietra, Traona (So)
E L’OLANDA?
Gentile direttore,
un organismo dell’Onu addita al ludibrio mediatico il Vaticano. E l’Olanda in cui è riconosciuto un partito politico che ha nel programma il riconoscimento del diritto degli adulti ad avere rapporti sessuali con bambini di qualsiasi età e anche dello stesso sesso? La Corte costituzionale olandese ha sentenziato che questo partito non può essere messo fuori legge perché non si possono porre limitazioni alla libera espressione dell’affettività dei cittadini! Eppure qualcuno ha ascoltato qualche presa di posizione dell’Onu contro l’Olanda? Ne dobbiamo dedurre che per l’Onu la pedofilia è condannabile solo se praticata I dai preti.
Roberto Pesce, Verona
INGERENZA NELLA MORALE
Caro direttore, sembra che il comitato Onu voglia insegnarci quali convinzioni professare in campo morale. Avrebbero fatto prima a dire che condannano la dottrina morale cattolica (ma anche ortodossa) e quindi la nostra fede, violando così il diritto alla libertà religiosa di cui l’Onu in effetti assai poco si preoccupa. Questo comitato, che dovrebbe difendere i diritti dei minori compreso il minore dei minori, il bambino prima di nascere, istiga invece alla libertà di ucciderlo. Dobbiamo mobilitarci, manifestare la nostra indignazione, difendere la libertà religiosa, la famiglia e la vita dei nascituri.
Riccardo Robuschi, Milano
ONU: QUALE COMPETENZA?
Gentile direttore,
mi lascia perplesso il pesante atto d’accusa della commissione Onu per i diritti dei minori nei confronti del Vaticano. E non tanto per l’oggetto della critica, di cui la Chiesa ha già da tempo preso coscienza della gravità, quanto, piuttosto, per l’effettiva competenza dell’Onu. Per non parlare poi dell’interferenza dottrinale con la supponente richiesta di cambiamento del diritto canonico.
Mario Taliani, Noceto (Pr)
E IL TURISMO PEDOFILO?
Caro direttore,
l’Onu condanna la Chiesa ma non ha nulla da dire sul turismo pedofilo organizzato in tanti Paesi aderenti alla stessa Convenzione? E cosa ha fatto l’Onu per prevenire e combattere i numerosi casi di violenze sessuali su donne e bambini avvenuti da parte dei caschi blu in paesi come Congo, Timor Est, Cambogia, Liberia ecc.? Quale credibilità le può essere riconosciuta se non fa al proprio interno ciò che denuncia all’esterno?
Vedran GuerriniRingrazio gli amici lettori per gli apprezzamenti per ciò che i miei colleghi e io abbiamo scritto a proposito delle sconcertanti «osservazioni conclusive» sulla Santa Sede del Comitato Onu per la Convenzione sui diritti del bambino chiamato a esaminare lo stato della lotta alla pedofilia nel mondo. E proprio per questo non posso fare a meno di insistere su un punto al quale tengo molto, che abbiamo subito sottolineato su “Avvenire” e che importanti voci della Chiesa – dallo stesso segretario di Stato vaticano, monsignor Parolin, al direttore della Sala Stampa, padre Lombardi – hanno ribadito in questi giorni: non c’è un conflitto tra l’Onu in quanto tale e la Chiesa, ma c’è il grave errore di un Comitato Onu che, allo stato delle cose, pare aver volutamente sottovalutato la vigorosa azione anti-abusi della Chiesa e ha purtroppo compromesso la propria autorevolezza, lanciandosi in un’intemerata ideologica contro la morale cattolica e rilanciando slogan di moda su aborto, contraccezione e nozze gay. Ieri, la presidente di questo stesso Comitato ha trovato poche e algide parole di commento, che non spiegano e non bilanciano in alcun modo le troppe usate a sproposito in precedenza. Mi dispiace, perché – come ho già scritto – spero che l’Onu, con saldezza di valori fondanti, cresca di ruolo e in saggia capacità di guida della famiglia delle nazioni. Vedremo se e come si saprà rimediare.
A tutto, con buona volontà e con l’aiuto di Dio, ci può essere rimedio. E la Chiesa lo sta dimostrando a un mondo nel quale di tanto in tanto si parla e straparla di pedofilia, ma nel quale si fa ben poco per curare questa piaga. E quando parlo di Chiesa, gentile signor Santi, parlo anche di Chiesa italiana. Il segretario generale della Cei, monsignor Galantino, pochi giorni fa ha ribadito una cosa molto bella e molto impegnativa. Ha ricordato che il vescovo in Italia non è un «pubblico ufficiale», ma un «padre» che di fronte a un male deve chinarsi e agire per salvare tutti coloro che ne sono protagonisti, sia le vittime (e questa è la «prima preoccupazione») sia i carnefici (che possono riparare alla violenza commessa). Questa è la missione della Chiesa, che in Italia come altrove s’inchina alla buona legge e alla giustizia civile, ma non rinuncia a perseguire la salvezza di ogni uomo e di ogni donna. Alla cortese signora Foti, consiglio invece di rivolgersi a fonti più limpide: niente di ciò che scrive è vero. La falsa “leggenda nera” di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI «insabbiatore» – puro e semplice capovolgimento della realtà – s’è sbriciolata da tempo anche mediaticamente (ed è tutto dire…). Ma che lei ripeta la storia del sostegno cattolico alla pena di morte per le persone omosessuali mi lascia senza fiato. È una triste e feroce bufala (vecchio arnese di una “guerra” di parole) che scredita solo chi la ripete: lobbista, disinformatore o disinformato che sia. Basta documentarsi sul serio, e non ci vuole neanche tanto.