Opinioni

SECONDO NOI. Rignano, un'occasione per cambiare mentalità

martedì 29 maggio 2012
L'accusa era quella di aver violato bambini di una scuola materna. Con l’aggravante, per quattro imputati su cinque, di essere figure di riferimento, educatrici e operatrici scolastiche. Difficile pensare a un addebito più infamante. Un fardello che le persone coinvolte nel processo di Rignano hanno dovuto trascinare per quasi sei anni. Fino a ieri, quando il tribunale di Tivoli non solo li ha assolti, ma ne ha anche decretato la totale innocenza: «Il fatto non sussiste». Giustizia è fatta, speriamo, anche se si tratta di una sentenza di primo grado e potrebbero esserci altri due processi. Ma lo speriamo. In primo luogo per quei 21 bimbi, che quindi non sono stati abusati. I loro genitori sono convinti del contrario e hanno inveito contro i magistrati. Forse però (ed è il secondo motivo per cui speriamo che giustizia sia stata fatta) è giunto finalmente il momento di capire, anche in questo benedetto Paese, che i processi si fanno in tribunale e non sui giornali. E che la Costituzione sancisce la presunzione d’innocenza, non di colpevolezza, fino alla prova del contrario.