Opinioni

Non uno soltanto. Chi sostiene il terrore jihadista

Riccardo Redaelli martedì 6 giugno 2017

Abbiamo, infine, il grande colpevole. Il piccolo e ricchissimo emirato del Qatar. Da ieri ufficialmente “responsabile” del dilagare della piaga del terrore jihadista che continua a mietere vittime in Oriente come in Occidente. E che insanguina le nostre giornate, diffondendo l’idea che nessuno sia mai veramente al sicuro, né dal terrore né, come successo a Torino, dall’umano “terrore del terrore”. Con una mossa a sorpresa, Egitto, Arabia Saudita, Bahrein e Emirati Arabi Uniti hanno rotto le relazioni con il Qatar, reo di finanziare e di sostenere il terrorismo internazionale, in particolare quello organizzato dall’Iran e dai Fratelli Musulmani. Con un linguaggio estremamente minaccioso – davvero inusuale in diplomazia – hanno annunciato il blocco di ogni contatto con quell’emirato.


Ora, che il Qatar mantenga da anni legami opachi con gruppi islamisti radicali e che abbia finanziato alcuni fra i peggiori movimenti estremisti è cosa nota. Non a caso, alcuni anni fa, era uscito un libro a Parigi dall’eloquente titolo: “Il Qatar: un amico che ci vuole male”. Ma che a dirlo siano Paesi come l’Arabia Saudita e gli Emirati, responsabili di aver finanziato e diffuso ogni forma di estremismo sunnita, nelle sue forme più dogmatiche e intolleranti dei movimenti wahhabiti, salafiti, salafiti-jihadisti, è davvero bizzarro. Anzi, quasi un insulto alle tante, troppe vittime del terrorismo jihadista e alla nostra intelligenza.
La posta in gioco, in verità, ha nulla o poco a che fare con il terrorismo. Molto invece con le ossessioni di Arabia Saudita e compagni, a cui si è aggiunta l’Amministrazione Trump, che sembra aver sposato acriticamente la visione saudita (e israeliana) del Medio Oriente. Due soli i pilastri di questa politica: isolare e demonizzare l’Iran sciita e persiano, e demonizzare l’islam politico dei Fratelli Musulmani. A cui possiamo aggiungere l’odio verso ogni forma non (troppo) addomesticata di informazione, che fa del canale televisivo qatarino di al-Jazeera un nemico da combattere.


Il primo pilastro, ben noto, è il tentativo saudita di marginalizzare l’Iran quale potenza regionale, abbattendo i governi suoi alleati (in Siria e Iraq) e rilanciando una campagna contro lo sciismo che ha già prodotto centinaia di migliaia di vittime nella guerra civile settaria fra sciiti e sunniti. Non che l’Iran non risponda colpo su colpo, sia chiaro; va però detto – checché ne pensi il presidente Trump – che la violenza religiosa in nome dell’islam che fa strage in Occidente è pressoché sempre sunnita, mai sciita.

Anzi, gli sciiti sono le prime vittime della follia jihadista. E i sauditi, inutile ripeterlo, hanno grandi responsabilità da questo punto di vista. Il Qatar, che pure non è innocente, è soprattutto colpevole di non essersi allineato in modo tetragono alla narrativa bugiarda dominante. L’altro “crimine” è invece tutto interno al mondo arabo e sunnita. Come noto, da anni, il Qatar finanzia, protegge e sostiene i movimenti dell’islam politico riconducibile ai Fratelli Musulmani attivi in Medio Oriente. Per Emirati, Arabia Saudita ed Egitto, essi sono i primi nemici interni, dato che il loro progetto è quello di creare delle repubbliche islamiche. Non stupisce che le case reali del Golfo si sentano minacciate, tanto più se il loro modo di vivere contrasta palesemente con il rigido e dogmatico islam che esse propugnano. I Fratelli Musulmani sono dipinti così come terroristi da estirpare.

Girando da decenni il Medio Oriente confesso di non avere molte simpatie per questo movimento, la cui agenda politica è socialmente divisiva e penalizzante verso tutte le minoranze non musulmane. Ma dipingerli come fossero solo e soltanto un movimento terrorista è falso, tanto più se chi li combatte promuove nel frattempo il salafismo – molto più dogmatico e potenzialmente pericoloso – quale “vera” interpretazione dell’islam. Si spiega così anche la mossa dell’Egitto di al-Sisi, un generale che aveva abbattuto il disastroso governo dei Fratelli Musulmani e illuso molti con il suo programma moderato e antiislamista, ma che si sta rivelando sempre di più un autocrate, del tipo di cui la storia mediorientale è piena.

Al-Jazeera non fa mistero delle torture, delle carceri piene e degli abusi, che vanno a colpire tutti i simpatizzanti dell’islamismo politico (a cui questo potente canale televisivo è sempre stato vicino): da qui la forte ostilità del governo egiziano, che ha anche un bisogno disperato dei soldi del Golfo. Vedremo se questa minaccia così drammatizzata servirà a normalizzare il Qatar e a piegarlo ai diktat sauditi. Per certo, la caccia alle streghe contro i Fratelli Musulmani e, soprattutto, contro sciiti e iraniani, non serve al Medio Oriente e non serve a noi. Chi combatte la guerra al terrore in Europa sa bene da dove viene la minaccia.