Non perder tempo con attacchi falsi e senza rispetto persino al Papa
Caro direttore,
per un giorno Vittorio Feltri non lancia strali contro gli umanitari, contro i centri sociali, contro le “sardine”, contro i magistrati, ma altrettanto sdegnosamente, lunedì 1 marzo, su “Libero”, decide di prendersela con il Papa. La pietra dello scandalo è la pubblicazione di un nuovo libro, in cui il Santo Padre espone e rinsalda la sua visione a tutela dell’ambiente. Quel testo è pieno di falsità e senza rispetto.
L’unica meraviglia, caro signor Marcello, è che una persona come lei perda tempo per leggere ciò che mette in pagina il direttore irresponsabile di “Libero” (dopo due sonore sospensioni dall’esercizio della professione giornalistica e un’autocancellazione propagandistica, la responsabilità civile e penale dei giornali che dirige la fa, infatti, portare ad altri). Io ho smesso di leggerlo dopo il “caso Feltri”, cioè dopo che scatenò una vergognosa (per lui) “macchina del fango” contro Dino Boffo, il galantuomo che ha diretto questo giornale prima di me. Ammetto che da giovane giornalista pensavo che l’allora inviato Vittorio Feltri sapesse “usare la penna”, ma un paio di saggi e brillanti direttori dei quotidiani dove iniziai la mia carriera mi misero in guardia su quell’eleganza avvelenata che poteva diventare volgare mistificazione. Ne ho avuto, poi, più che sufficiente prova. Qualche eco delle sue imprese parolaie e, ora, lei mi confermano che non ha perso il vizio. Mi sforzo di rispettare tutti, ma per quanto mi riguarda chi non sa rispettare la verità e le persone, e a maggior ragione la persona del Papa e ciò che il Papa dice e scrive da anni, non merita la minima stima. Lui se ne farà un baffo. Ma farebbe bene a ricordare che il tempo è galantuomo solo coi galantuomini.