«Non l'ammettiamo ma siamo in guerra contro Putin». Un po' sì, eppur no
Caro direttore, alcuni, pochi, vedono la realtà con altri occhi. Essi dicono che inviare armi all’Ucraina vuole dire che già ora l’Occidente e l’Italia sono in guerra contro la Russia di Putin. Ma ancora di più ! Inviare armi senza i nostri soldati vuole dire delegare ad altri lo scontro fisico con il nemico comune. Difendendo la loro patria, gli ucraini difendono la nostra libertà (coatta) di consumare risorse immeritate. Le parole hanno un peso: scriviamolo a chiare lettere, diciamolo ad alta voce: siamo in guerra, non sappiamo dove andremo e se potremo tornare indietro. Con grande stima per tutti voi di 'Avvenire'.
Walter Piombini Riva del Garda (Tn)Capisco la sua preoccupazione, caro amico. Il confine tra la pace e la guerra si fa sottile quando si è al cospetto di un’invasione o di qualunque altra azione o persecuzione violenta. Anche chi non è aggredito si sente parte in causa, e – se ha cuore, e poco fumo stordente in testa – sta senza esitazione dalla parte delle vittime. Che è – ripeto ciò che ho scritto domenica scorsa, 27 febbraio – prima di tutto la parte dell’Ucraina, ma anche quella di ogni morto, ferito, colpito, sfollato, richiedente asilo. E senza che su questa solidarietà umana e cristiana pesino la patria e la bandiera delle vittime. Detto questo, credo anch’io che sia vero che noi italiani ed europei della Ue non siamo formalmente in guerra contro la Russia di Vladimir Putin, ma forse di fatto sì. In una condizione ambigua, disegnata non soltanto dall’invio di armi agli ucraini aggrediti.
Gli strumenti economici, sanzioni comprese, sono anche armi da guerra e purtroppo così vengono usate, troppo spesso e senza remore nel modo devastante che la nostra modernità consente. I lettori di Avvenire sanno bene che non lo scopro e non lo dico soltanto adesso. Ma oggi torno a dire che siamo in tantissimi, italiani ed europei, a stare con papa Francesco, la voce più forte e più alta che dice e agisce per la 'pace', che ci sprona a lavorare con lui per ritrovarla, qui e ora, e per edificarla, con buona volontà e pilastri sempre più saldi, ovunque sia contraddetta e negata. E sempre il primo ed essenziale passo è far tacere le armi. (mt)