Non è il governo a dover dire se due giovani possono sposarsi
Gentile direttore,
siamo una coppia di giovani che dal 2020 stava progettando il matrimonio per l’estate 2021. Al momento, nel nuovo decreto di tutto il settore “wedding” non abbiamo visto nessuna menzione. Gli imprenditori sono disperati, ma soprattutto anche noi sposi siamo appesi a un filo di incertezza sempre più allarmante. Vorremmo avere visibilità e far arrivare la voce di queste persone al governo affinché si pronunci. Ci affidiamo alla vostra importante testata giornalistica che è un punto di riferimento per noi cattolici. Cordiali saluti
Innanzitutto auguri, caro Michele, a lei e alla sua prossima sposa. E poi un consiglio: non aspettate che sia il governo, in base alla situazione sanitaria legata alla pandemia, a dirvi che potete celebrare il vostro matrimonio. Anche perché nessun governo al mondo dovrebbe mai dire a qualcuno, in condizioni di farlo, se può o non può sposarsi. Se, però, come credo, con la parola inglese wedding (nozze) lei intende richiamare i festeggiamenti cerimoniali e conviviali che tradizionalmente accompagnano il matrimonio e lo trasformano in festa partecipata (e anche assai onerosa), penso che pure qui la scelta stia esclusivamente a voi (del tema ci siamo occupati diffusamente domenica 18 aprile nel nostro inserto 'NOI in famiglia'). Di questi tempi, lei e la sua futura moglie dovete semplicemente decidere se ritenete questi “accessori” indispensabili oppure se siete disposti a rinunciarvi o, anche, a rinviarli a tempi migliori, dando priorità all’essenziale per chiunque e tanto più per i cristiani. Parlo di “accessori” a ragione veduta: indispensabile nel matrimonio è la solenne accoglienza reciproca della donna e dell’uomo davanti a testimoni. È questo che che corona l’amore reciproco. E lei sa quanto me che per i cattolici questo coronamento è un sacramento che il sacerdote officia e che i due sposi celebrano.