Il mondo politico italiano è in subbuglio dopo le recente tornata elettorale. Si fanno i conti. Quasi nessuno ammette ferite da leccare, ma solo mani da stropicciare. Anche a Napoli è del tutto logico che l’attenzione sia orientata verso il grande ballottaggio del 19 giugno. Intanto a Ponticelli, in un agguato, vengono trucidate due persone: il capo di una delle mille gang di camorra e un incensurato. È normale che due giovani, di 25 e 19 anni, vengano massacrati? No. Anche se avevano scelto di mettersi contro il vivere civile. Se il quartiere dove l’agguato avviene, poi, è ancora e sempre Ponticelli, la cosa diventa più preoccupante. Non è la prima volta infatti che in quella difficile periferia di Napoli si ammazza anche in pieno giorno e sotto gli occhi dei bambini.
Mentre Napoli si prepara per la grande sfida, prepotente, impietosa, drammatica riemerge la vera emergenza di questa città. La camorra non è un’opinione, ma una terribile realtà. Non è morta e nemmeno moribonda, ma è viva e vegeta. La camorra porta all’esasperazione la gente perbene, le rende la vita impossibile. Sa di poter contare sulla tolleranza di uno Stato che, fino a oggi, non ha voluto dichiararle guerra, come fece con il terrorismo. La camorra è la vera nemica della nostra preziosa gioventù. Ma neanche un trafiletto sui giornali merita l’ennesimo agguato mortale a Ponticelli. Eppure non è una semplice notizia di cronaca. Troppe persone pensano che "finché si ammazzano tra loro possiamo stare sereni". Non è vero. Non è così. Questo modo di pensare è una trappola nella quale non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo cadere. Questi giovanissimi criminali si ammazzano per le strade. Dunque, la vita degli innocenti, a cominciare dai bambini, è sempre in pericolo. Nessuno può dirsi al sicuro. Questi criminali hanno preso in ostaggio interi quartieri, rendendo la vita della povera gente un inferno. Lo fanno apposta per spingerli ad andare via. Ma dove potrebbero andare?
Approfittiamo di questo articolo per confermare piena solidarietà al parroco della diocesi di Nola che al primo accenno di un altro insopportabile, blasfemo, pericolosissimo "inchino" della statua della Madonna verso la casa del boss di turno ha ripiegato la stola e ha lasciato la processione. "Loro" si nutrono di quei gesti. Li caricano di un significato simbolico. Loro vogliono convincere gli ingenui che la camorra non è "altro" dalla società, ma è funzionale a essa. Che dappertutto ci sono imbrogli e malaffare. Che dappertutto c’è gente corrotta e collusa. E quando nel mondo politico, civile, amministrativo, religioso vengono a galla reati e soprusi, "loro" sono felicissimi. È la prova che avevano ragione. Il mondo è questo e tu, ingenuo, vorresti cambiarlo?
Ecco perché non temono nemmeno le pattuglie della polizia. Conoscono le leggi. Sanno quanto rischiano commettendo quel reato. Sanno di poter contare su una schiera innumerevole di aspiranti malviventi. Veri postulanti alla ricerca di una "casa". La povertà cronica, in questi anni si è trasformata per centinaia di famiglie in vera e propria miseria. La miseria è devastante. Orripilante. La miseria ottunde la mente e il cuore. Li indurisce. E quando a trascinarsi nella miseria nera sono i tuoi genitori e i tuoi fratelli, i tuoi bambini, è probabile, molto, molto probabile che alla fine si ceda.
La prossima amministrazione di Napoli deve ripartire da Ponticelli, da Forcella, dalla Sanità, dai Quartieri spagnoli, da Scampia. E se i napoletani colti e benestanti hanno davvero compreso la gravità della situazione non possono non dar man forte a questo nobile progetto. Troppo sangue giovane, anche se non innocente, è stato versato a Napoli.E mentre a Ponticelli si continua a uccidere con le pistole, a Casal di Principe le ruspe della Forestale tornano a scavare nei luoghi indicati venti anni fa dal camorrista, poi collaboratore di giustizia Carmine Schiavone. Nei luoghi individuati dall’eroico poliziotto Roberto Mancini. Luoghi conosciuti e volutamente dimenticati. Per decenni. E da quelle terre, riaffiorano i veleni occultati. Veleni che non potevano, e non possono che avvelenare i cittadini. Checchè ne dicano coloro che vorrebbere chiudere in fretta questa vergognosissima pagina di storia che vede camorristi, industriali disonesti e politici corrotti o collusi andare a braccetto. Occorre chiudere con la camorra. Per farlo non bastano gli eroi isolati o improvvisati. Non bastano piccole soluzioni e buona volontà. Per farlo occorre un’ azione di forza congiunta e senza tregua. Occorre che la politica locale, regionale e nazionale metta in agenda – e inchiodi in prima pagina – la lotta a questa emergenza antica e sempre nuova. E non la cancelli più, fino alla vittoria.