«La Messa non è finita». Nessun prete sotto i 30 anni? Un avviso, non una previsione
Gentile Direttore,
siamo grati per la visibilità che il suo giornale ha dato alla ricerca sul futuro del clero nella Diocesi di Milano. Si tratta del primo articolo del prossimo dossier di “La Scuola Cattolica”, Rivista teologica del Seminario di Milano; di questo dossier siamo i curatori. Per questo ci sentiamo di precisare alcuni dati, anche per rasserenare i lettori e dare giustizia ai ricercatori dell’Università Cattolica, che hanno curato l’analisi statistica.
La ricerca non certifica ovviamente che nel 2040 non vi saranno preti sotto i 30 anni, come sintetizzato nel titolo dell’articolo con cui Avvenire ha presentato correttamente la ricerca il 10 maggio; sarebbe infatti un po’ pretenzioso prevedere il futuro. Il motivo è la semplificazione statistica del modello che è servito per stimare la popolazione.
Essendo la media delle ordinazioni sopra i 30 anni, il campione viene arricchito, ogni anno, di uomini sopra i 30 anni. Se questo campione viene quindi misurato non avrà persone sotto quell’età. Nell’articolo si evidenzia il dato solo per stare attenti ad interpretarlo bene. Verosimilmente, nel 2040, ordineremo ancora preti di 26 anni come preti di 45, ma con una età media probabilmente più alta di ora. In secondo luogo, secondo la previsione, i preti sotto i 40 anni in diocesi di Milano saranno 94. Il dato di 14 citato da Marina Corradi nella sua riflessione di domenica scorsa riguarda la previsione per la città di Milano, se fosse confermata l’attuale percentuale nella distribuzione del clero; a luglio dell’anno scorso erano 32. Lo chiariamo per non ingenerare ingiustificato pessimismo: avremo ancora un buon numero di preti giovani, sebbene meno di oggi. Terzo aspetto, speriamo che l’attenzione non si fermi sulle prime 30 pagine della nostra ricerca.
Lo studio completo, infatti, comprende l’ascolto della realtà, dei laici e dei preti, come alcune prospettive teologiche e racconti di esperienze dall’Italia e dal mondo, là dove i preti sono meno che da noi. In ultimo aggiungiamo una parola sulla statistica, partendo da un aforisma proprio di uno statistico: «Tutti i modelli sono sbagliati ma alcuni sono utili» (George Box, 1919-2013). Noi speriamo che il nostro studio aiuti a pensare. È vero che la statistica non prevede eventi inattesi, ma l’intelligenza dell’uomo è sempre stata chiamata a interrogarsi davanti alla realtà. Si pensi al sogno del patriarca Giuseppe. Egli prevede, per dono di Dio, sette anni di abbondanza e sette di carestia, ma è la sua intelligenza davanti alla realtà, intelligenza guidata dallo Spirito di Dio, che permette di salvare il popolo egiziano insieme ai suoi fratelli, ordinando di costruire i granai.
Anche noi speriamo in un risveglio di fede e in tante nuove vocazioni, segno di vitalità della Chiesa. Tuttavia, anche se molti entrassero in Seminario oggi, diventerebbero preti tra 6-7 anni. Si tratta di prepararsi a un discreto calo di preti. Con lo studio compiuto vorremmo solo aiutare la nostra Chiesa di Milano a stare con intelligenza spirituale di fronte alla realtà, per abitare quel futuro che è certamente nelle mani di Dio.
Sacerdoti