Opinioni

Scuola. Natale per tutti. Senza timori

Roberto Carnero venerdì 27 dicembre 2013
Forse a volte siamo noi stessi cristiani, in omaggio a un certo "politicamente corretto", a tarparci le ali. E in fondo a perdere – in buona fede – l’opportunità di una testimonianza. Quest’anno a scuola, per Natale, ho provato ad andare contro corrente. In realtà è stata una mia studentessa della prima liceo dove insegno Italiano e Latino a sollecitarmi: «Professore, lo conosce qualche canto di Natale in latino?». Ho subito pensato al tradizionale «Adeste fideles» e ho deciso – perché no? – di trattarlo in classe. Ho prima approfondito il testo per conto mio, accorgendomi di conoscerlo poco, perché in chiesa si canta quasi sempre soltanto la prima strofa delle quattro. Poi l’ho analizzato con i ragazzi dal punto di vista sintattico e lessicale. Infine abbiamo imparato a cantarlo insieme. Mi sono sincerato, con discrezione, che non ci fossero studenti di altre religioni, per i quali questa iniziativa potesse risultare problematica, in particolare testimoni di Geova, che si rifiutano di celebrare le feste. Ovviamente mi sarei fermato prima di mettere qualcuno a disagio, ma così non è stato. Diversi ragazzi della classe non sono credenti: quando, con una similitudine forse un po’ retrò, avevo detto che le cinque declinazioni latine vanno sapute come l’Avemaria, più di uno mi fece presente di non conoscere l’Avemaria… Eppure tutti hanno apprezzato il canto natalizio: i non credenti per l’aspetto culturale, i credenti anche per altro. Nella stessa classe abbiamo drammatizzato una celebre poesia di Guido Gozzano, «La Notte Santa», che una volta alle elementari ci facevano studiare a memoria: «Consolati, Maria, del tuo pellegrinare! / Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei…». Maria e Giuseppe alla ricerca di un posto per la notte, la mangiatoia, i pastori, la nascita di Gesù. Non è forse – almeno (per tutti: anche per gli atei) – poesia? Così abbiamo messo in scena una piccola recita natalizia, come si faceva un tempo. Abbiamo invitato la laicissima vicepreside, che quasi si è commossa. Dieci minuti di Natale a scuola, un liceo statale di una grande città come Milano.