Opinioni

Il dramma in mare. Nascere (e morire) da clandestino su una lussuosa nave da crociera

Marina Corradi martedì 21 maggio 2024

La Silver Whisper, orgogliosa nave da crociera, 186 metri, 8 ponti, posti per oltre 300 passeggeri, 295 membri di equipaggio e personale, navigava domenica nelle acque dell’Argentario quando il comandante ha chiamato la polizia italiana. C’era un passeggero non registrato a bordo. Un neonato: morto, in una cabina del personale. Un piccolissimo clandestino.

La mamma, filippina, 28 anni, inserviente, era in stato confusionale. Le compagne di cabina dicevano di non saperne niente.

Il posto, lei non poteva rinunciare a quel posto. Aveva forse, lontani, altri figli da mantenere? Così, paludata in vestiti molto larghi, si era imbarcata. E in due giorni di crociera, nessuno si era accorto.

Poi, le doglie, le contrazioni sempre più vicine. Si può partorire senza gridare? Perché nessuno deve sentire. Una collega accanto, le urla soffocate nella stretta cabina nella pancia della nave. Le lenzuola, il materasso sporco di sangue. Poi, l’acuto primo vagito – lui non lo sa, che un clandestino non deve gridare.

Quanto tagliente è, quel pianto. Dei passi, nel corridoio. Sgomenta, la madre copre al piccolo la bocca con la mano. Cerca di zittirlo allattandolo? Sì, così il clandestino si acquieta, poi s’addormenta. Forse lei lo guarda con sfinita tenerezza. Perché arrivare al nono mese, se quel figlio non lo voleva?

Ma già è l’ora di attaccare il turno. In piedi, e svelta, nelle cucine. E lui, quando si sveglia? La donna lo mette in un armadietto, così che il pianto si senta meno. (Ben sordi tutti, in quel ponte di servizio. O non volevano tradire una di loro?)

Due giorni, vive il bambino – chissà che nome gli aveva dato la mamma. Alla fine qualcuno parla. Il piccolo non ha segni di violenza. Morto di cosa? La madre non aveva più latte? Soffocato, senza volere, perché stesse zitto? La donna non risponde, sembra non capire più niente.

Piccola terribile storia nella pancia di una nave da crociera, di quelle imponenti, piscine ristoranti discoteche solarium, 8.000 euro a testa per un giro nel Mediterraneo, di maggio. E quella filippina, invece, disperata per il suo stipendio. Una che, sul punto di partorire, spazzava nelle cucine. Fino a che le doglie, inesorabili.

Incredibile, che si possa partorire senza gridare. E anche che nessuno senta il pianto lacerante di un neonato, nel silenzio della notte. Ma forse gli inservienti, di solito nelle crociere quasi tutti extraeuropei, credevano di proteggere, tacendo, un clandestino - come lo erano stati molti di loro. Arrestata la madre, e le compagne di cabina, la Silver Whisper (Sussurro d’argento) riparte, monumentale, i passeggeri sul ponte ad ammirare il paesaggio.

Una sgradevole eco di metafora. La grande nave siamo noi, Occidente, e quel bambino è uno dei figli che ci mancano. Uno dei figli del mondo che bussa, incalzato da guerre o fame, ai nostri confini, o naufraga nel Mediterraneo, senza ormai fare notizia. O senza che nessuno, davvero, ne sappia niente.

Il piccolo era nato su una nave “giusta”, ma nel grembo sbagliato. Povera donna, che cosa non aveva fatto per nasconderlo, quel figlio. Forse credeva di riuscire ad arrivare a destinazione, e portarselo via, addormentato, nascosto in una borsa.

Ma, bambino, tu piangevi troppo. I clandestini, non lo sapevi? devono stare zitti. 8.000 euro un biglietto, e quanto la paga di tua madre? Che non poteva, non poteva perdere quel posto.

Ti lascia in bocca, questa storia, un inconfondibile sapore di un mondo ingiusto - e in inesorabile declino.